Facciamo scuola all’aperto. Esperienze interdisciplinari di didattica ludica alla primaria, di Antonio Di Pietro, raccoglie esperienze virtuose sul tema. Ne abbiamo parlato con l’autore a Società Anno Zero, su Radio Cusano Campus. “Occuparsi di didattica all’aperto vuol dire coniugare educazione, insegnamento e qualità della vita dei bambini, che poi riguarda anche la qualità della vita delle insegnanti. A riguardo, si respira un desiderio di cambiamento dovuto anche ad una sofferenza interna alla scuola – ha spiegato Di Pietro – sempre più la scuola pubblica, infatti, sta occupandosi di fare scuola nel giardino e nel territorio circostante“.
Facciamo scuola all’aperto, il libro di Antonio Di Pietro: ecco gli altri benefici
“C’è un bellissimo gruppo di scuole in tutta Italia, come quello della ‘Rete delle scuole all’aperto’, è un movimento presente e contagioso, dove si cercano metodologie didattiche alternative alla lezione frontale, privilegiando una scuola attiva, esperienziale, quindi anche all’aperto. Anche il ministero chiede di andare in questa direzione, cercando di sradicare vecchie credenze. Le ricerche dimostrano che all’aria aperta si attiva nei bambini l’attenzione e la concentrazione. Non solo, la scuola all’aperto è un modo per ripristinare il dialogo coi bambini – ha aggiunto il pedagogista ludico e autore – cogliere spunti che vengono dall’ambiente circostante è una occasione, ricca e arricchente per tutti, per rispondere alle domande dei bambini“.
Un modo per contrastare l’abbandono scolastico
In Italia si sta lavorando molto sul tema, “la definizione di salute fisica, legata all’idea mettersi in cammnino all’aperto si traduce anche in benessere psichico e quindi sociale. Riguarda tutti. Alcune ricerche, dell’Università di Bologna, dicono che migliora anche il benessere degli insegnanti, penso agli studi della prof.ssa Schenetti che ha scritto l’introduzione al libro. Non solo, la scuola deve occuparsi del problema dell’abbandono scolastico avvicinando gli studenti. I dati ci dicono che bisogna stare attenti alla deriva in corso – si è congedato così Antonio Di Pietro – si può agire anche guardando fuori dalla finestra, aprendo la porta e il cancello“.