Una notte a quasi 600 metri di profondità: a Silius, nel Sud Sardegna, alcuni lavoratori occupano dei pozzi in una forma di protesta per chiedere tutele sul loro futuro. I minatori, spiega la Cgil, hanno agito sulla base di una “assenza di certezze“, legata all’imminente “ripartenza dell’attività estrattiva assegnata dalla Regione attraverso una concessione pubblica a una società privata dal primo luglio”.
La squadra di lavoratori, composta da una trentina di persone, ha occupato la miniera fin dalla mattina di ieri, giovedì 29 giugno. I manifestanti si sono detti intenzionati a proseguire la loro iniziativa fino a quando non riceveranno risposte sul loro futuro.
I sindacati sottolineano come la società Igea, che ha a libro paga i lavoratori, non ha corrisposto loro l’ultimo stipendio. Ai dipendenti non sono neppure arrivate le dovute rassicurazioni sulla continuità con la nuova società privata. E così la Mineraria del Gerrei, che da sabato 1 luglio avrà la concessione pubblica della miniera, potrebbe potenzialmente trasferirli o metterli alla porta.
Lavoratori occupano pozzi in Sud Sardegna, a Cagliari un vertice con le istituzioni
Una situazione che richiede un intervento immediato. Per questo a Cagliari è previsto un vertice chiarificatore tra le istituzioni e le ditte. Presenti l’assessora all’Industria della Regione Sardegna Anita Pili, i sindacati Cgil, Cisl e Uil, i sindaci del territorio, la vecchia società Igea e la nuova, la Mineraria del Gerrei.
Nel frattempo il segretario della Cgil cagliaritana Giampiero Manca parla di “diversi problemi” a proposito della miniera di Gennas Tres Montis nel Sud Sardegna.
Intanto il 23 giugno i lavoratori hanno saputo che non sarebbe stata pagata questa mensilità ai minatori che operano in questo sito. Poi a fronte di una delibera della giunta regionale che definisce che i lavoratori possono essere impiegati a San Basilio e Silius e nelle aeree limitrofe, per alcuni di loro è stato previsto il trasferimento anche a Lula, nel Nuorese, a 200 km di distanza.
Tra le criticità anche la mancanza di trasparenza della ditta subentrante: il privato “non si è mai presentato né ai sindacati né ai lavoratori: è stato convocato all’incontro e non sappiamo se verrà”.