È stato condannato a 10 anni e 4 mesi di reclusione Matteo Valdambrini, il 26enne di Prato accusato di aver creato una setta esoterica e di aver ridotto i suoi “adepti” in schiavitù, abusandone sessualmente, mentre si spacciava per il “Diavolo”. Il pm aveva chiesto ai giudici di riconoscergli una pena di 12 anni, contestandogli nuovamente l’accusa di riduzione in schiavitù da cui era stato assolto in primo grado. Nel corso della lettura della sentenza non si trovava in aula.

Condannato a 10 anni e 4 mesi Matteo Valdambrini, noto come il “Diavolo” di Prato

Valdambrini era finito agli arresti domiciliari nel 2020, nell’ambito di un’inchiesta partita dopo la denuncia di un giovane che, rivolgendosi all’Onap, l’Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici, aveva dichiarato di esserne stato abusato. Per anni, stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, il 26enne di Prato si sarebbe spacciato per il “Diavolo”, attirando persone fragili o in momenti delicati della loro vita e dando vita a una setta esoterica di cui si era auto-nominato il leader.

Nel corso degli incontri con i suoi adepti, organizzati in boschi o edifici abbandonati, lontano dagli occhi indiscreti della gente, li avrebbe prima convinti della sua potenza, soggiogandoli e facendoli sentire parte di un “progetto” che avrebbe potuto salvare il mondo (oltre che loro stessi, dalla solitudine e dalla depressione); poi, minacciandoli e maltrattandoli, li avrebbe obbligati a compiere e subìre atti sessuali o rituali come “il morso del vampiro”, durante cui li mordeva sulle braccia evocando l’essenza di un lupo mannaro. In quei momenti si faceva chiamare “Omen” e dichiarava:

So fermare il tempo, so fermare la pioggia, so resuscitare e uccidere le persone, so prevedere il futuro e viaggiare in altri paralleli, so andare nel mondo onirico e so gestire l’inframondo, sono diverse divinità.

Tutte fandonie, ovviamente. Che però, nel tempo, avrebbero turbato i ragazzi coinvolti al punto di spingerli a lanciare l’allarme. Il quadro che emerge dalle loro testimonianze è inquietante. Fatto di violenze, vessazioni, deliri.

Le accuse, la sentenza, le vittime in aula

Violenze per cui il 26enne era già stato condannato a 6 anni. Ricorrendo in Appello, l’accusa aveva però chiesto di rivedere la pena, contestandogli di nuovo l’accusa di riduzione in schiavitù, da cui era stato assolto in primo grado. La Corte di Firenze alla fine lo ha condannato a 10 anni e 4 mesi di reclusione, contro i 12 chiesti dal pm.

Nel corso della lettura della sentenza, l’imputato non era presente in aula, dove si trovavano, invece, le sue vittime, i giovani abusati che hanno trovato il coraggio di denunciarlo. Il Corriere della Sera ha fatto sapere che, dopo la lettura del verdetto, sarebbero rimasti in silenzio. Uno di loro aveva raccontato che Matteo si mostrava, all’apparenza, come “un bravo ragazzo”.

Mia madre era contenta di lui – aveva raccontato -. Poi propose di darmi lezioni (di inglese, ndr) gratis in cambio di prestazioni sessuali.

Solo gli attimi precedenti agli abusi veri e propri. Dopo averli convinti di poter “sviluppare le loro potenzialità”, Valdambrini li attirava nella trappola della setta e, pronunciando frasi deliranti, li convinceva di poter ricordare vite pregresse, spingendoli ad inalare incenso e cristalli, a farsi mordere e ad avere rapporti sessuali. In un’occasione, per dimostrare ai suoi adepti di saper resuscitare, si sarebbe fatto tenere al collo da una persona fidata e, dopo essere caduto a terra, fingendosi morto, si sarebbe rialzato mettendosi a posto collo e trachea. Il tutto facendo uso delle sue doti oratorie e manipolatorie.

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