Una guerra che porta con sé, oltre a miseria e devastazione, anche un inestimabile disastro ambientale: questo il motivo della visita di Greta Thunberg a Kiev e del suo incontro con Volodymyr Zelensky.
L’attivista ambientale ha denunciato il vero e proprio dramma ecologico provocato dall’invasione russa: a indignare Thunberg è la mancanza di reazioni internazionali al disastro.
L’ecocidio e la distruzione dell’ambiente sono una forma di guerra… come gli ucraini sanno fin troppo bene, e anche la Russia. Ed è per questo che stanno deliberatamente prendendo di mira l’ambiente, i mezzi di sussistenza e le case delle persone, distruggendo così anche delle vite…
Incontro Zelensky-Greta Thunberg, l’attivista rappresenta una delegazione che indaga sulle conseguenze ambientali della guerra
Ma Greta Thunberg non si trova in Ucraina soltanto come attivista. La 20enne svedese fa parte di una delegazione internazionale che cerca di fare luce sulle conseguenze ambientali della guerra.
Thunberg ha parlato in una conferenza stampa insieme all’assistente presidenziale ucraino Andriy Yermak. In precedenza, lei e il resto della delegazione avevano incontrato il presidente Zelensky.
Nel frattempo, per parlare di guerra, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba è intervenuto nella trasmissione ‘Otto e mezzo‘ su La7. Secondo lui, senza la Wagner “sarà più facile” per l’esercito del Paese invaso.
Putin si è indebolito a seguito dell’ammutinamento di Prigozhin. Ma l’aspetto principale del golpe fallito è che il mito e la leggenda del Putin forte e invincibile è finito.
Kuleba: “Cittadini ucraini disposti a resistere per anni”
Dopo aver spiegato di “non sapere quanto ancora durerà la guerra” e di non poter “fare pronostici”, Kuleba ha sottolineato di confidare nei cittadini ucraini.
Abbiamo fatto un sondaggio fra i nostri cittadini e il 58% degli ucraini si dice pronto a resistere per anni affinché il nostro Paese abbia spazio per vincere. Gli ucraini hanno capito che la guerra è una questione esistenziale. Non siamo russi, ci prendiamo cura del nostro popolo. Ecco perché la controffensiva sta andando più lentamente del previsto: dobbiamo sminare i campi, far entrare la nostra fanteria. Ma dall’inizio dell’operazione non c’è stato un giorno in cui non siamo avanzati.
Il ministro ha poi rivelato a Lilli Gruber di lavorare “ogni giorno per far sì che il conflitto finisca quanto prima”.
Siamo disposti a negoziare con la Russia solo una volta che si ritirerà dal nostro territorio.
Tajani: “Non vedo l’inizio di una trattativa di pace”
Dal canto suo, il ministro degli Esteri Antonio Tajani è ancora scettico su un possibile accordo tra le parti. Ospite della trasmissione ‘Dritto e Rovescio’ su Rete4 il vicepremier è stato chiaro.
Non vedo all’orizzonte l’inizio di una trattativa di pace perché le parole, sia degli ucraini che dei russi, sono molte dure. Non mi pare che Mosca abbia dato molte assicurazioni al cardinale Zuppi sulla possibilità di avviare un dialogo di pace con l’Ucraina.
Tra gli aspetti concreti a cui dare priorità c’è senz’altro “recuperare i bambini deportati dall’Ucraina alla Russia, tenere aperto il corridoio che permette al grano di Kiev di arrivare fino all’Africa e costruire una zona franca attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia“.
Sull’argomento pace è tornato anche l’ex presidente Usa Donald Trump, che in un’intervista all’agenzia Reuters ha sottolineato come Putin sia stato “in qualche modo indebolito” dalla ribellione dei mercenari. Alla luce di ciò, mai come in questo momento, gli Stati Uniti sono chiamati a tentare di mediare un accordo tra Russia e Ucraina.
Voglio che la gente smetta di morire per questa ridicola guerra.