La Francia torna a far parlare di sé per gli scontri e le proteste contro lo Stato. Macron risponde con un esercito di 40mila agenti delle forze dell’ordine per reprimere i disordini. Da tre giorni il Paese è infatti preda di un’ondata di proteste causate dalla morte del giovane Nahel, il ragazzo di 17 anni ucciso da un poliziotto.

Giovedì 29 giugno, in numerose città francesi – soprattutto nelle banlieue parigine – si sono consumati diversi scontri. I manifestanti hanno preso di mira i commissariati, le scuole e i municipi. Francia a ferro e fuoco, con addirittura negozi saccheggiati (anche nella centralissima rue de Rivoli di Parigi) che nulla dovrebbero aver a che fare con la protesta.

Uno spettacolo già visto, purtroppo, a cui la Francia inizia quasi ad essere abituata. Oltre gli edifici, sono state incendiate diverse auto, con fumi neri che si alzavano nel cielo e l’odore acre della benzina e della plastica bruciata che invadeva le strade. Le istituzioni hanno anche ordinato ai mezzi pubblici di circolare a partire dalle 21.

Francia, proteste per Nahel: fermate oltre 420 persone

Oltre 400 persone sono state fermate durante le proteste. Il ministero dell’Interno, riporta Le Figaro, ha spiegato che la polizia ha fermato per dei controlli almeno 421 persone nella periferia di Parigi. Nel corso delle proteste sono rimaste feriti 249 agenti di polizia e gendarmi.

Il giovane Nahel è stato ucciso da un poliziotto, ora agli arresti, per non essersi fermato come richiesto dagli agenti. Il ragazzo di 17 anni guidava una Mercedes senza patente.

Macron convoca l’unità di crisi

Il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato una nuova riunione dell’unità di crisi interministeriale per le 13 di venerdì 30 giugno. Il capo dell’Eliseo, a Bruxelles per il Consiglio europeo, potrebbe anticipare il rientro a Parigi prima ancora che le discussioni con gli altri capi di Stato e di governo Ue siano concluse.