“La mia inchiesta sulla Tav, commissionata dal presidente della Commissione antimafia , non è mai stata discussa dalla commissione stessa”. E’ quanto afferma ai microfoni di “Ho scelto Manà” il giudice Ferdinando Imposimato, autore di ‘Corruzione ad alta velocità. Viaggio nel governo invisibile’ (ed. Koiné Nuove Edizioni; pp. 191; € 14,50), un libro inchiesta sulla grande opera dell’alta velocità. “Quando nel 1992 stava prendendo avvio la Tav, – dice – mi accorsi che quest’opera pubblica era accompagnata da bombe e attentati contro le imprese che si trovavano lungo la tratta. Essendo allora membro della Commissione antimafia, decisi di fare un’inchiesta perché mi resi conto che nell’opera confluiva anche la malavita organizzata al fine di lucrare somme ingenti attraverso la moltiplicazione dei costi. E’ venuto fuori che nella Tav partecipavano politici corrotti e imprese della mafia”. Il costo dell’opera, come venne fuori nei vari processi di tangentopoli, che partiva da 29mila miliardi di lire, avrebbe dovuto raggiungere la somma di 300mila miliardi. “La cifra – continua Imposimato – serviva per coprire le ‘mazzette’ alla mafia e ai politici. Inoltre, la linea Tav è strettamente connessa con la morte di Falcone e Borsellino, i quali, parallelamente a me, avevano riscontrato le stesse ‘anomalie’ nel progetto Tav”. Tornando indietro cronologicamente, gli omicidi dei due giudici siciliani avvennero nel 1992, circa un anno dopo l’avvio del progetto della Tav. “Nonostante vi siano documentazioni delle connessioni con le mafie e con la corruzione politica, – conclude – la mia relazione non è mai stata discussa nella Commissione antimafia perché dopo due anni venne sciolto il Parlamento, a mio avviso, proprio per la mia inchiesta. Non potendo votare a favore per un’alta velocità imperniata sulla corruzione, la mia relazione non è stata mai più discussa. Tutto questo è di una gravità inaudita in quanto un’inchiesta fatta da un relatore su incarico del presidente della Commissione antimafia, non è mai stata presa in considerazione dalla Commissione antimafia”.

Redazione Le Novae/cd