Continua a fare scalpore la questione legata al Meccanismo Europeo di Stabilità. La maggioranza per la prima volta pare mostrare al resto del paese poca compattezza e unità. Da settimane, infatti si discute ormai della possibile ratifica del MES, eventualità esplicitamente esclusa durante la campagna elettorale, ma che dopo l’apertura del Ministero dell’Economia e Finanze è diventata più che probabile. Motivo della svolta repentina sembrerebbe essere la volontà del governo targato Giorgia Meloni di scendere a patti con l’Europa, mettendo sul banco dalla propria parte proprio la ratifica del MES.
Su questo punto la maggioranza sembra essere spaccata: se da una parte Forza Italia sembrerebbe voler accettare il fondo d’aiuto europeo, dall’altra Fratelli d’Italia e, soprattutto, Lega, continuano a fare le barricate. Per evitare fratture ufficiali, il governo, in maniera del tutto anomala, ha quindi chiesto ai propri parlamentari di disertare le aule della commissione esteri, facendo sì che passasse la mozione delle opposizioni – ad esclusione del Movimento 5 Stelle – favorevole alla ratifica.
Su questo, e non solo, si è espresso Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa e membro proprio della commissione esteri alla Camera: “Due commissioni disertate è record assoluto nella storia della Repubblica“. E poi affonda il colpo: “La maggioranza fa auto-ostruzionismo”.
Della Vedova entra poi nel merito, offrendo la sua interpretazione di questo empasse: “Il governo vuole usare il MES per negoziare al meglio con l’Europa tre punti specifici: un posto nel board della Banca Centrale Europea; una riforma del patto di stabilità più favorevole all’Italia; e anche i soldi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Per Della Vedova, però, questo non è un modus operandi da grande paese europeo: “La politica dei ricatti in Europa è quella che fa Orbàn, non Francia e Germania”. E poi insiste su questo punto: “Francia e Germania, che già hanno ratificato il MES, cosa diranno? Abbiamo scritto giocondo in testa?”.
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Lega e Fratelli d’Italia fanno muro. Per Foti: “La ratifica del MES atto di debolezza per l’Italia”
E se dalle opposizioni attaccano, anche dalla maggioranza sembrerebbe non esserci la volontà di abbassare i toni. O quantomeno, di certo non da una parte di essa. Sia Andrea Crippa, vicesegretario della Lega e anch’egli membro del commissione esteri, che Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, hanno infatti espresso una posizione esplicitamente negativa nei confronti della ratifica del MES.
In particolare, Crippa lancia subito un messaggio controcorrente, affermando che: “Disertare la commissione è un esempio di grande compattezza della maggioranza“. Non solo la Lega è contraria da oltre due anni, continua a sostenere il vicesegreatario del Carroccio, ma lo è anche la premier Giorgia Meloni: “La posizione della maggioranza l’ha ribadita il presidente del consiglio ieri in aula”.
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Gli fa eco infine anche Foti, proprio di Fratelli d’Italia, che chiarisce la posizione del suo partito: “La ratifica del MES, in questo momento suonerebbe come un atto di debolezza del nostro paese“. Un messaggio chiarissimo, che non fa sconti alle possibili aperture di una parte della maggioranza. Ma, almeno per lui, questo non sembrerebbe rappresentare un problema, dato che. “Domani in aula ci sarà una presenza di tutto il centrodestra che esporrà le ragioni – già note – per cui si ritiene in questo momento di non ratificare il MES”.
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Insomma, in quel “in questo momento” è forse racchiusa la chiave di una questione che sembra essere più grande anche di questa stessa maggioranza. Lega e Fratelli d’Italia fanno ancora le barricate, nonostante sia stato proprio un ministro del Carroccio, Giancarlo Giorgetti, ad aprire la prima breccia nel blocco monolitico del centrodestra.
La partita, in fondo, sembrerebbe essere solo rimandata. In questo momento Giorgia Meloni sembra costretta a far melina, prendendo tempo per ricompattare i suoi e, soprattutto, per presentare all’Europa una soluzione che possa andar bene a tutti. Dopo anni di dura retorica propagandistica, infine, sembra infatti essere giunta l’ora per una prima resa dei conti con l’Unione.
Nel frattempo, però, c’è da trovare una quadra con i propri alleati di governo e, forse ancor più importante, con gli elettori che hanno sostenuto con tanta convinzione la coalizione proprio su questi punti. Per questo motivo la questione MES rappresenta forse la sfida più importante che il governo è chiamato a risolvere a quasi un anno dall’insediamento.
Come – e quando – ne uscirà? Lo scopriremo forse solo a settembre.