Due quartieri di Bari, Palese e Santo Spirito, chiedono da tempo l’autonomia rispetto al capoluogo pugliese. Oggi 29 giugno il comitato, nato proprio con questo obiettivo, è stato ricevuto in settima commissione consiliare in Regione. I due territori, attualmente inclusi nel V Municipio insieme a San Pio, Catino e Torricella, vorrebbero infatti l’istituzione di un Comune Autonomo.

I quartieri Palese e Santo Spirito chiedono l’autonomia da Bari: “Abbiamo i requisiti”

Palese e Santo Spirito distano quasi 15 chilometri da Bari: molto più di altri comuni autonomi come Bitritto, Modugno e Triggiano. Inoltre, come evidenziato dalle due comunità, possiedono inoltre “tradizione e storia diverse da quelle baresi”, lamentando anche una carenza di servizi. I rappresentanti del comitato hanno spiegato che è presente

una fascia giovanile in costante crescita ed in grado, dunque, di assicurare lo sviluppo del proprio territorio.

La questione non è politica, affermano, ma pratica. L’area di Palese e Santo Spirito, costituita da una superficie di poco più di 18mila chilometri quadrati e circa 30mila abitanti, nei mesi scorsi aveva proposto un referendum ai cittadini maggiorenni, ottenendo un risultato bulgaro soprattutto in periodi in cui si evidenzia una scarsa partecipazione al voto. Infatti 4mila elettori hanno firmato la petizione, poi depositata negli uffici della Regione.

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Una “secessione” rivendicata da secoli

È dai tempi di re Ferdinando di Borbone che Palese e Santo Spirito rivendicano la propria autonomia: il primo nato come agglomerato satellite di Modugno; il secondo invece di Bitonto. Nel 1921, con una mozione portata al regio Parlamento, decisero di ritentare. Nel 1928 la “marina” di Bitonto fu inclusa da Bari per formare una città a forma di aquila, simbolo del regime fascista, secondo il piano del podestà Araldo di Crollalanza. Quindi il progetto venne abbandonato.

Nel 2009 il testo arrivò in consiglio regionale dove, nonostante l’unanimità verbale, a causa del voto segreto su alcuni articoli, non andò in porto. Ora, a distanza di 15 anni, i cittadini ci riprovano. E chissà che stavolta non riescano nel loro intento, inseguito da secoli e con un’invidiabile tenacia, di diventare un comune autonomo.

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