La busta paga di alcuni lavoratori si sta sfoltendo. Molti dovranno dire addio l’ex bonus Renzi, rinunciando a 1.200 euro annui, pari a 100 euro al mese. Come è noto, il beneficio economico viene rilasciato solo se il lavoratore soddisfa i requisiti normativi.

La perdita del beneficio potrebbe essere legata alla dichiarazione dei redditi 730, dalla quale potrebbe emergere una diversa situazione economica. Analizziamo insieme nel dettaglio i principali requisiti che permettono di ottenere un beneficio annuo fino a 1.200 euro.

Busta paga: addio a 1.200€ annui

Conclusosi il mese di giugno, è giunto il momento di immergersi nell’estate, anche se non tutti i lavoratori potranno godersi una vacanza nel prossimo mese. Tuttavia, per molti lavoratori è il momento di confrontarsi con il proprio datore di lavoro, pianificare il futuro lavorativo e apportare qualche modificare con i colleghi.

In mezzo a tutto questo, è importante comprendere il funzionamento del trattamento integrativo in busta paga, più conosciuto come l’ex bonus Renzi. Infatti, a partire dal 1° gennaio 2022, sono state apportate diverse modifiche al suddetto bonus, con l’introduzione di nuove aliquote che hanno ridimensionato il numero dei beneficiari.

Chi ha diritto ai 1.200 euro?

I lavoratori con un reddito fino a 15mila euro annui ricevono l’intero trattamento integrativo in busta paga. In sostanza, spetta un importo mensile di 100 euro, equivalenti a un importo annuo pari 1.200 euro.

Le novità sul trattamento integrativo sono state introdotte nella legge di Bilancio 2022.

Nella Manovra 2023 è stato confermato il trattamento integrativo per l’anno in corso. In sostanza il beneficio viene concesso a coloro che rientrano in un complessivo superiore a 15.000 euro ma non a 28.000 euro. Spetta un bonus ridotto progressivamente per i redditi tra 24.600 euro e 28.000 euro.

Riepilogando, la possibilità di ottenere il beneficio permane se sussistono diverse condizioni, tra cui:

  • nell’ipotesi in cui il reddito complessivo non è superiore a 15.000 euro, qualora vi sia “capienza” dell’imposta lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente e assimilati rispetto alle detrazioni da lavoro dipendente e assimilati; in tal caso, il trattamento integrativo è riconosciuto per un ammontare pari a 1.200 euro;
  • nell’ipotesi in cui il reddito complessivo sia superiore a 15.000 euro ma non a 28.000 euro, qualora vi sia, oltre al requisito di cui al precedente punto, anche “incapienza” dell’imposta lorda determinata secondo le regole ordinarie, il trattamento integrativo è riconosciuto per un ammontare:
    • pari alla differenza tra la somma delle suindicate detrazioni d’imposta e l’imposta lorda;
    • comunque non superiore a 1.200 euro annui.

 Quando non spettano i 1.200 euro?

Fermo restando il rispetto delle condizioni previste nell’attuale normativa, il lavoratore ha diritto al trattamento integrativo se l’imposta lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente o assimilato risulti essere superiore alla detrazione prevista nell’articolo 13, comma 1 del Tuir.

Secondo questo principio, il beneficio non viene riconosciuto se il reddito di lavoro dipendente e assimilato prodotto integralmente per l’anno di riferimento risulta pari a 8.145,00 euro.

In questo caso, l’imposta lorda viene integralmente annullata dalla detrazione di lavoro dipendente o assimilato.

Come richiedere il trattamento integrativo Irpef?

L’ex bonus Renzi viene erogato automaticamente dal datore di lavoro, il quale prima lo anticipa e successivamente lo recupera attraverso compensazioni.

Tuttavia, è importante sottolineare che per determinare l’importo esatto del bonus è necessario considerare diverse situazioni, potendo richiedere una verifica con la dichiarazione dei redditi.  

D’altra parte, se viene erogato un bonus non dovuto, dovrà essere restituito. Per maggiori informazioni, si rimanda alla circolare n. 15/E dell’Agenzia delle Entrate.

Come si recupera l’ex bonus Renzi dal 730?

I lavoratori possono richiedere il trattamento integrativo tramite la dichiarazione dei redditi.

In questo caso, sarà l’Agenzia delle Entrate che riconosce il contributo dopo la verifica delle condizioni previste per il rilascio del benefico.