Ancora nessuna voce si è alzata dalla maggioranza sul caso di droga a Palermo che vedrebbe coinvolto anche l’onorevole Micciché come presunto consumatore.
Micciché: “Andavo alle feste ma non ho mai visto droga”
La risposta ai titoli di giornali da parte dell’onorevole Micciché arriva via agenzia Ansa. Lo stesso esponente di Forza Italia ci tiene a far sapere come frequentasse certe feste ma che non si sia mai accorto di nulla riguardasse il consumo di droga.
“Prima di potere dire qualcosa devo capire cosa c’è nell’inchiesta in cui non sono indagato, ma posso dire che sono dispiaciuto per Mario Di Ferro: è un caro amico che conosco e frequento da moltissimi anni. Andavo alla sue feste che erano sempre molto divertenti, frequentate da tantissima gente e dove non ho mai visto della droga“.
L’ex presidente dell’Ars e ex leader di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè non è per ora indagato. La sua posizione politica sembra alquanto in bilico.
Dopo la morte di Silvio Berlusconi all’interno del partito stanno venendo al pettine tutti i nodi che intrecciano le varie correnti, fin troppo sommerse quando era vivo il leader e fondatore.
L’onorevole Micciché era già stato messo da parte in Sicilia, dove lo stesso presidente Schifani ha ridimensionato il ruolo dell’onorevole nel partito regionale.
L’ipocrisia di un governo con i paraocchi del proibizionismo
L’arresto dello chef dei vip di Palermo invece ci parla di un mondo della droga più diffuso di quel che si pensi, moderno e al passo con i tempi. Che però il governo pretende di combattere con idee vecchie di mezzo secolo.
Un mondo sconosciuto ai più ma che coinvolge persone di ogni estrazione sociale. Dall’operaio, al funzionario regionale, dal professionista fino al politico nessuno può sentirsi escluso.
Ci racconta anche che la diffusione delle droghe non si può arginare demonizzandola anzi, se lo si fa con le parole sbagliate il rischio è di alimentarne la popolarità.
Ed infatti grande giubilo in rete ha destato il pessimo video spot lanciato per sensibilizzare la popolazione italiana riguardo alle droghe.
Spot e cultura del proibito
Quando si usa come slogan una frase come “fatelo girare” per uno spot così, si dimostra una certa mancanza di conoscenza dell’argomento. E si rischia di provocare ilarità, come è accaduto, invece che la riflessione che si cercava.
La giornata contro le droghe che si è celebrata alla camera doveva servire a rilanciare il governo e le sue politiche proibizioniste ma ha finito per dimostrarsi ancora una volta la solita minestra fatta di luoghi comuni.
Basterebbe riflettere e ammettere che le cose fin ora non hanno funzionato. E non, come dice la premier Meloni, grazie alle politiche della sinistra. Ma semplicemente perché da almeno 30 anni si è puntato tutto sul proibizionismo.
Senza dimenticare che la legge in vigore in Italia in questo momento viene proprio dalla destra da cui arriva la Meloni, ed è quella legge Fini-Giovanardi che tanti danni ha fatto al nostro sistema.