Causa morte Fulvio Filace, il 25enne studente universitario rimasto gravemente ferito nell’esplosione della Volkswagen Polo, prototipo diesel-elettrico, del 23 Giugno scorso sulla Tangenziale di Napoli.

Filace era ricoverato al Centro Grandi Ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli, da una prima tac, effettuata nelle ore successive all’incidente, non erano emerse lesioni significative agli organi interni e le sue condizioni erano apparse stabili.

Ieri la seconda operazione di rimozione dei tessuti danneggiati, riuscita, alla quale avrebbero dovuto seguire altre operazioni di trapianto cutaneo. Nella notte, però, le condizioni del ragazzo sono rapidamente peggiorate. Il giovane improvvisamente avrebbe avuto uno scompenso respiratorio che ne avrebbe causato rapidamente il decesso.

Causa morte Fulvio Filace: aperta un’inchiesta

L’incidente era avvenuto nel primo pomeriggio del 23 Giugno, intorno alle 13. La vettura, su cui era stato installato un kit elaborato da ricercatori dell’Università di Salerno che consisteva in due motori elettrici montati sui mozzi delle ruote posteriori era un prototipo. L’esplosione sarebbe stata improvvisa senza dare modo a lui e alla professoressa di potersi salvare. Le cause che hanno portato a tale tragedia sono ancora al centro di indagini da parte delle forze dell’ordine.

Nel corso dei sopralluoghi sono state rinvenute nell’abitacolo delle bombole il cui contenuto non è stato ancora chiarito, si potrebbe trattare di ossigeno o altro liquido infiammabile. Durante i primi soccorsi il ragazzo avrebbe parlato di un “forte odore alcolico” all’interno dell’abitacolo subito prima dello scoppio.

Nello scoppio il ragazzo sarebbe stato sbalzato fuori dalla vettura mentre la donna, di 66 anni, che era al volante, sarebbe rimasta bloccata al suo interno rendendo necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco per estrarla dalle lamiere.

La Procura di Napoli dopo l’incidente ha aperto un’inchiesta per omicidio, lesioni e incendio colposi. Ora con tutta probabilità le ipotesi di reato verranno modificate a seguito del decesso del giovane. Gli inquirenti indagano sulla gestione dei fondi europei utilizzati per il progetto di conversione dell’automobile e sul tipo di contratti utilizzati dai tirocinanti.

Il giovane 25enne è la seconda vittima dell’esplosione dell’auto, realizzata nell’ambito di un progetto sperimentale per la conversione delle auto convenzionali in veicoli ibridi-solari. Lunedì scorso infatti, sempre al Cardarelli, è morta Maria Vittoria Prati, 66enne prima ricercatrice del Cnr, che era alla guida dell’auto.

Pochi giorni fa l’appello della mamma di Fulvio Filace

Soltanto pochi giorni fa Maria Rosaria, la mamma di Fulvio, aveva dichiarato:

“Ora ci restano soltanto le preghiere. Mio figlio è stato sempre un ragazzo prudente, ha fatto sempre il suo dovere, sempre attento e scrupoloso. Quali domande ci dobbiamo fare adesso? Non lo so. Era con i professori più bravi, i migliori. Chi poteva immaginare tutto questo? Io spero solo che lui esca da qui. Poi la magistratura, la legge, gli altri vedranno quali risposte ci devono dare, chissà quando e come. Per noi tutto è cambiato”.

Nei giorni scorsi era stato lanciato anche un appello per sensibilizzare la cittadinanza a donare sangue per il giovane in pericolo di vita mentre veniva annunciata la tragica notizia della morte di Maria Vittoria Prati, la ricercatrice del Cnr che si trovava insieme a Fulvio a bordo dell’auto ibrida sperimentale, dopo 4 giorni di agonia.

La famiglia di Fulvio Filace aveva diffuso poi un comunicato nei giorni in cui il giovane tirocinante era ricoverato al Cardarelli:

“È giusto che la tecnologia progredisca e vada avanti, non vogliamo però che un ragazzo pieno di sogni possa diventare un martire dell’innovazione. Fulvio è vittima di un test fallimentare che cambierà per sempre la sua vita e quella della nostra famiglia. E troppe domande oggi ci tormentano”.

Dopo la tragica notizia della sua morte restano la disperazione dei familiari e i dubbi sulle cause dell’incidente. Già nei giorni scorsi alcuni familiari e anche esponenti politici avevano chiesto al Cnr di pronunciarsi su cosa trasportassero i due nella vettura. Al momento non è giunta alcuna risposta, sarà la Magistratura di Napoli a far luce sulla vicenda.