La situazione dei medici di famiglia è attualmente critica, con la chiusura di circa due studi medici al giorno, in media. Questo fenomeno richiede un intervento urgente e una riforma da parte del Governo Meloni.
I medici di famiglia sono un pilastro fondamentale dell’assistenza sanitaria primaria, il primo incontro tra il sistema sanitario e il paziente.
Nonostante questo i medici diminuiscono inesorabilmente. Esaminiamo la situazione attuale e l’importanza di attuare provvedimenti il più in fretta possibile.
Cosa sta accadendo ai medici di famiglia in Italia?
Come indica il Sole 24 ore, la situazione dei medici di famiglia in Italia diventa sempre più difficile. Oggigiorno nel nostro paese, in media, chiudono ben due studi al giorno.
Questo cosa comporta? Aumenta la difficoltà per le famiglie di trovare un medico di base e molti di essi, spesso, sono costretti all’overbooking, ovvero a superare il numero limite imposto di assistiti.
Durante la pandemia queste carenze e questi problemi, sono diventati ancora più evidenti.
C’è bisogno urgente di una riforma sanitaria, in risposta anche a quanto ci chiede l’Europa e agli obbiettivi di Sanità territoriale che dovremmo raggiungere secondo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ad esso, infatti, sono destinati 7 miliardi di euro.
Secondo le stime di Agenas la crisi continuerà almeno fino al 2025. La carenza di medici aumenterà, arrivando a circa 36.000 medici disponibili, dieci mila in meno rispetto al 2002 e 6 mila in meno rispetto al 2021.
Ma perché continua ad esserci questa costante diminuzione di medici di famiglia? Le motivazioni sono 2:
- massiccio pensionamento dei medici di base;
- nuovi ingressi altamente insufficienti a colmare i vuoti lasciati.
Per questo si spera che, grazie alle borse di studio per medicina finanziate dal PNRR, possano esserci nuove leve che intraprendano la carriera di medico di famiglia.
È importante anche, però, che il Governo si impegni a bandire concorsi con numeri tali da coprire le posizioni vacanti.
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In cosa consiste la riforma sanitaria a cui sta pensando il Governo?
Il Governo dovrebbe apportare le seguenti modifiche alla riforma sanitaria:
- mettere più posizioni a bando di concorso per medici generalisti;
- predisporre più borse di studio per la facoltà di medicina;
- potenziare gli studi dei medici di famiglia con l’aggiunta di attrezzature e strumentazioni che consentano di prescrivere ricoveri, riducendo così l’affollamento dei pronto soccorso.
Nel contesto del PNRR, sono previsti oltre 15 miliardi di euro per il settore sanitario, di cui circa la metà destinati al territorio. Questo, in previsione, significa:
- la costruzione di almeno 1.350 case di comunità (un tipo di maxi ambulatori);
- la costruzione di 400 ospedali di comunità, strutture pensate per i pazienti cronici che non necessitano di cure ospedaliere ad alta intensità.
In queste strutture, però, si avrà bisogno di medici specialisti, di infermieri, ma anche di medici generici. Ma come potrà attuarsi una cosa del genere?
L’idea del Governo Meloni è permettere ai giovani medici generalisti, appena specializzatisi, di essere assunti come dipendenti in queste Case di comunità. Altri, invece, potranno decidere di lavorare come liberi professionisti, sia nei loro studi che nelle Case di comunità.
Riforma sanitaria: medici di famiglia in alternativa al Pronto Soccorso, cosa significa?
Un’opzione che il Governo Meloni sta considerando è trasformare i medici di famiglia in un importante punto di riferimento per i Pronto Soccorso, alleggerendo il lavoro di quest’ultimo.
Come? Introducendo attrezzature per esami diagnostici e permettere ai medici di famiglia di firmare i ricoveri dei propri pazienti. In questo modo si salterebbe lo stop al Pronto Soccorso.
Questo potrebbe avvenire attraverso la transizione dall’attuale corso di formazione triennale post-laurea in Medicina generale, gestito dalle Regioni, a una specializzazione universitaria della durata minima di 4 anni.
Attraverso questa specialistica i medici di famiglia sarebbero autorizzati, quando necessario, a prescrivere ricoveri e i pazienti potrebbero presentarsi direttamente in reparto.