Giancarlo Giorgetti apre al rischio di recessione in Italia. Il ministro dell’Economia, rispondendo sulle sorti del Paese dopo i nuovi rialzi dei tassi previsti dalla Bce, ha parlato così ai giornalisti presenti a Montecitorio.

Non è che c’è rischio recessione, in Germania è arrivata.

Il riferimento di Giorgetti al rallentamento della Germania è indicativo: primo partner commerciale di Roma, la fragilità di Berlino potrebbe avere ricadute sull’economia nostrana.

L’economia tedesca è scivolata in recessione durante l’inverno, con il Pil che è calato dello 0,3% nei primi tre mesi del 2023 rispetto al trimestre finale dello scorso anno.

Giorgetti apre al rischio recessione in Italia: perché la situazione tedesca preoccupa

Alla base della riduzione del Prodotto interno lordo tedesco ci sarebbe, secondo l’ufficio nazionale di statistica di Berlino, una tendenza negativa dei consumi delle famiglie. Lo ha spiegato Timo Wollmershauser, responsabile della ricerca economica dell’Ifo, Institute for Economic Research, istituto di ricerca con sede a Monaco.

L’economia tedesca si contrarrà più di quanto previsto quest’anno, poiché l’inflazione si ripercuote sui consumi privati.

Il Pil tedesco dovrebbe diminuire dello 0,4% nel 2023, più dello 0,1% previsto a marzo. I consumi delle famiglie sono calati dell’1,2% rispetto al trimestre precedente.

Il valore degli scambi commerciali tra Italia e Germania è conclamato: le nostre esportazioni verso Berlino nel 2022 hanno riguardato un giro d’affari da 77,5 miliardi di euro. L’import è salito invece a 91 miliardi, con un’impennata del 20,2%. Un interscambio dal valore complessivo di 168,5 miliardi di euro (+18,2%).

Per il momento l’Italia non desta preoccupazioni. Le previsioni Istat relative a giugno vedono il Pil italiano in crescita sia quest’anno che l’anno prossimo. Tali previsioni sembrano allontanare qualsiasi rischio, ma le parole del ministro Giorgetti lasciano ombre sullo spettro della recessione.

Anche Giorgia Meloni ha commentato l’ultimo aumento dei tassi annunciato da Christine Lagarde: la premier ha parlato di una “semplicistica ricetta intrapresa dalla Bce”, che “non appare agli occhi di molti la strada più corretta”.

Non si può non considerare il rischio che l’aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia.