Dove rifugiarsi in Italia in caso di guerra nucleare? Sono sempre di più le persone che se lo chiedono dopo le minacce che arrivano da Russia e Corea del Nord, che agitano lo spettro di un conflitto mondiale con armi atomiche. Sebbene sia importante sottolineare che la possibilità di un conflitto nucleare rappresenti ancora una minaccia remota, è fondamentale essere informati e preparati su dove poter trovare sicurezza in un eventuale scenario di emergenza.

Dove rifugiarsi in Italia in caso di guerra nucleare?

Due fattori chiave da tenere in considerazione sono la densità della popolazione e la distribuzione delle infrastrutture strategiche sul territorio italiano. Alcune zone del Paese potrebbero offrire maggiori possibilità di protezione rispetto ad altre. Tuttavia, è importante ricordare che una guerra nucleare avrebbe effetti devastanti e prolungati su scala globale, quindi anche le aree ritenute più sicure potrebbero subire conseguenze significative.

Alpi

Le Alpi italiane, con la loro maestosità e isolamento, potrebbero rappresentare una delle opzioni più ragionevoli in caso di guerra nucleare. Questa catena montuosa, che si estende lungo il confine settentrionale e comprende delle fasce di territorio scarsamente popolate, potrebbe garantire una certa protezione grazie alla morfologia del territorio. Tuttavia, è essenziale considerare che le radiazioni nucleari possono diffondersi attraverso l’aria e l’acqua, quindi anche queste zone non sarebbero completamente immuni dagli effetti di una guerra nucleare.

Centri abitati di dimensioni medio-piccole

Le città di dimensioni medio-piccole. situate lontane dai potenziali obiettivi strategici. potrebbero offrire rifugio in caso di guerra nucleare. Ad esempio, le regioni dell’Italia meridionale e il centro-sud Italia potrebbero essere opportunità da prendere in considerazione per la loro densità di popolazione relativamente più bassa rispetto alle grandi città come Roma o Milano. Tuttavia, è fondamentale prendere in considerazione diverse variabili, come la vicinanza ad impianti industriali, aeroporti e basi militari, che potrebbero rendere anche queste zone a rischio.

Isole

Le isole potrebbero costituire rifugi naturali in un contesto di guerra nucleare. Ad esempio, la Sardegna, grazie alla sua locazione relativamente isolata e agli ampi spazi naturali, potrebbe rappresentare una scelta ragionevole. Allo stesso modo, l’arcipelago delle Isole Eolie al largo della costa siciliana potrebbe offrire una certa protezione grazie alla sua posizione. Tuttavia, è rilevante sottolineare che le isole non sarebbero completamente inaccessibili per le radiazioni nucleari e che sarebbe necessario garantire l’approvvigionamento di risorse essenziali come acqua, cibo e assistenza medica.

Quanti bunker antiatomici ci sono in Italia e dove si trovano?

Prima di addentrarci nei dettagli, è importante comprendere cosa sono esattamente questi bunker. Si tratta di strutture sotterranee progettate per proteggere le persone da radiazioni, esplosioni e altre conseguenze catastrofiche di un attacco nucleare. Questi rifugi possono ospitare un certo numero di persone e sono costruiti con materiali speciali che ne garantiscono la resistenza e la protezione.

Stando alle informazioni raccolte presso lo Stato Maggiore della Difesa, in Italia non esistono bunker antiatomici pubblici attivi, ma ve ne sono di dismessi oltre a numerosi rifugi antiaerei risalenti alla Seconda guerra mondiale disseminati su tutto il territorio.

Il quotidiano Il Giornale invece riporta che in Italia vi è un rifugio antiatomico che si trova ai piedi del Monte Moscal, nel piccolo Comune di Affi in provincia di Verona. Risale agli anni ’60 e si chiama West Star, letteralmente “Stella d’Occidente”, nome in codice militare utilizzato dalla Nato che contraddistingueva il bunker segreto del “Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa”

Come riporta il Corriere del Veneto, è l’unico rifugio antinucleare in Italia che può di resistere a 100 chilotoni, una potenza cinque volte più forte della bomba sganciata su Hiroshima. Ha una superficie di 13mila metri quadrati ed è collocato a 150 metri sotto terra. Dal 2018 è di proprietà dei ministeri della Difesa e della Finanza. Il bunker è stato dismesso soltanto di recente, nel 2010. Tuttavia, non sarebbe sufficiente a garantire sicurezza in quanto le bombe atomiche attuali possono raggiungere 10 megatoni, vale a dire cento volte di più dei 100 chilotoni”

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