Una telefonata inedita risalente al 2008 potrebbe fare luce su alcuni dettagli relativi alla strage di Erba, il caso di pluriomicidio salito alla ribalta delle cronache nel 2006, che ha portato alla condanna in via definitiva all’ergastolo dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa delle vittime: Raffaela Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina Valeria Cherubini. A renderla nota, in esclusiva, è stato uno dei legali che assiste la coppia, l’avvocato Luisa Bordeaux, nel corso di una puntata del podcast “Il grande abbaglio”.
Strage di Erba, la telefonata inedita del 2008 che potrebbe portare a una svolta nel caso
Il 29 dicembre del 2008 uno dei legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, l’avvocato Luisa Bordeaux, ricevette una telefonata, prima a casa e successivamente nel suo ufficio, in cui un uomo con l’accento del sud, presentatosi come ‘Morabito’, sosteneva che i due coniugi, appena condannati a Como, fossero innocenti. E che, per contro, il movente della strage andava ricercato in una partita di droga scomparsa del valore di 400mila euro.
Così, nel corso di una puntata del podcast “Il grande abbaglio”, dal nome del libro-inchiesta dedicato alla strage di Erba di cui sono autori, i giornalisti Felice Manti ed Edoardo Montolli hanno reso noto il contenuto della telefonata che potrebbe portare a una svolta nel caso. Benché giuridicamente chiusa (con la condanna in via definitiva dei due coniugi), la storia del pluriomicidio, avvenuto in provincia di Como nel dicembre del 2006, secondo alcuni, infatti, non ha mai ottenuto la giustizia che meritava.
Non a caso, di recente, per volere del sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser – convinto che Olindo e Rosa si trovino in carcere da innocenti -, era stata avanzata l’ipotesi di poter rivedere il processo a loro carico. Secondo lui, in sostanza, le prove che furono usate per inchiodarli non reggono. Si tratterebbe, in particolare, della presunta confessione fatta dai due in primo grado, poi ritrattata; del riconoscimento di Olindo da parte dell’unico sopravvissuto alla strage, Mario Frigerio (testimonianza a lungo contestata per via delle condizioni psico-fisiche di quest’ultimo); e della macchia di sangue appartenente a Valeria Cherubini trovata nell’auto dei coniugi, sulla cui provenienza ci sarebbero molti dubbi.
L’ipotesi dell’innocenza di Olindo e Rosa
L’ipotesi mossa da Tarfusser è che i due coniugi possano essere stati incastrati. Per questo la telefonata inedita è così importante: potrebbe fornire un movente, permettendo di ricostruire l’accaduto.
Non abbiamo mai rivelato prima l’esistenza di questa telefonata perché nel 2008 nulla si sapeva della criminalità organizzata a Erba, scoperta dall’indagine Crimine-Infinito della Procura di Milano solo nel 2010, quando emerse l’esistenza di una locale ‘ndrangheta dedita al traffico internazionale degli stupefacenti,
ha spiegato l’altro legale che assiste i coniugi, l’avvocato Fabio Schembri. Si tratta di un elemento fondamentale, su cui si potrebbe decidere di indagare. Un obbligo, quasi, secondo coloro che, fin dagli esordi, sostengono l’innocenza dei due condannati. Come il criminologo Carmelo Lavorino che, intervistato da Tag24 a poche ore dalla notizia della possibile riapertura del processo, aveva dichiarato:
Ritengo che ci si sia trovati di fronte a un ‘grande abbaglio’ perché è stato l’abbaglio iniziale – preso da qualche maresciallo dei carabinieri, che aveva avuto la falsa intuizione di sospettare di Rosa e Olindo – che poi ha direzionato le indagini in questo modo. Tutta la struttura investigativa si è fatta abbagliare da questo abbaglio – ecco perché è diventato un ‘grande abbaglio’, un abbaglio al quadrato – e automaticamente ci sono stati questi errori (giudiziari, ndr).
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