Dopo la richiesta del ministro Valditara di rivedere i voti in condotta assegnati agli studenti che a Rovigo spararono alla prof dei pallini di gomma con una pistola ad aria compressa, la dirigente dell’istituto Viola Marchesini è tornata sui suoi passi e, dopo aver convocato un consiglio di classe straordinario, ha deciso, insieme agli insegnanti, di abbassare i 9 e gli 8, trasformandoli in 7 e 6.
Sono contenta che il ministro sia intervenuto,
ha dichiarato, una volta appresa la notizia, la professoressa colpita, Maria Cristina Finatti. Eppure, secondo lei,
quegli studenti non hanno ancora capito. Anche gli altri docenti non mi hanno prestato alcuna solidarietà: vedete l’esito di quel consiglio di classe.
Abbassati i voti in condotta agli studenti che colpirono la prof a Rovigo
Stando alla prof aggredita, i ragazzi coinvolti non avrebbero mostrato alcun segno di pentimento. Per questo, qualche giorno fa, intervistata ai microfoni di Morning News, aveva espresso la necessità di rivedere i loro voti in condotta. Sulla vicenda, dopo le polemiche scatenate dai loro 9, era intervenuto anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che aveva deciso di inviare nel liceo coinvolto degli ispettori che potessero fare luce su quanto accaduto.
Visti gli esiti della relazione degli ispettori e considerata la non corretta applicazione del Dpr 122/2009 e del regolamento di istituto – aveva poi detto il ministro – ho avvertito l’esigenza di invitare la dirigente scolastica (Isabella Sgarbi, ndr) a riconvocare il consiglio di classe, al fine di riconsiderare in autotutela le decisioni prese.
I voti dei ragazzi responsabili sono stati quindi abbassati da 9 a 7 e da 8 a 6. Stando alle ultime notizie, non saranno, comunque, bocciati, come è avvenuto, invece, nel caso dello studente che ad Abbiategrasso ha accoltellato una docente mentre era di spalle. Assegnare loro voti più bassi è un modo per spingerli alla riflessione e non veicolare messaggi diseducativi. Anche se, secondo la prof aggredita, non basterà a farli sentire “in colpa” per ciò che hanno fatto.
Per loro era un gioco – ha dichiarato al Messaggero -, a loro serviva solo per avere più follower. Tra scuola e famiglia serve un’alleanza vera: la famiglia non può lasciare un figlio lì senza sapere cosa fa o non fa. E servirebbero classi meno numerose.
La questione del volontariato e dei lavori socialmente utili
Quella di Rovigo è solo una delle aggressioni verificatesi in ambito scolastico da parte degli studenti. Per questo, nel corso delle ultime settimane, il Governo starebbe ragionando sulla possibilità di prevedere nuove misure che diano maggior valore al voto in condotta, che non è e non deve essere solo un semplice numero.
Ospite del decimo congresso Confsal, nella giornata di ieri, 27 giugno, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Valditara, ha parlato, in particolare, di volontariato e lavori socialmente utili.
Non sono favorevole a lasciare a casa, a non fare nulla, un ragazzo che si è comportato male, significa abbandonarlo a se stesso – ha detto -. Serve al contrario più scuola, coinvolgendolo maggiormente anche in attività di volontariato.
Nel pacchetto di misure che sarà varato a breve, la sospensione sarà quindi sostituita con varie attività di recupero, con l’obiettivo di supportare i ragazzi in momenti particolarmente delicati, senza lasciarli soli. È un tema molto caro al ministro, fin dall’inizio del suo mandato. E che, alla luce degli ultimi fatti di cronaca, appare ancora più urgente per far fronte ad una situazione sfuggita di mano. Gli obiettivi sono tanti e difficili: non da ultimo, quello di ridare ai docenti l’autorevolezza che meritano e di combattere il bullismo, in ogni sua forma.