Un terribile attacco missilistico ha interessanti la città di Kramatorsk, nell’Ucraina sudorientale: i russi hanno rivolto la loro artiglieria contro il centro abitato, uccidendo 8 persone e ferendone altre 56. Il bilancio è tremendo. Tra le vittime cadute sotto i missili provenienti da Mosca si contano anche 3 bambini.
I servizi di emergenza riferiscono che le esplosioni hanno coinvolto un ristorante e un’area commerciale, come riportato successivamente dalla testata Ukrinform.
Attacco a Kramatorsk, nei territori dell’Ucraina accanto all’occupazione russa
La città di Kramatorsk si trova nel sud-est dell’Ucraina ed è attualmente sotto il controllo politico di Kiev. Ma la vicinanza con i territori occupati dai russi ha reso la cittadina una facile preda, un obiettivo a cui sparare su un tiro a bersaglio troppo ravvicinato.
Così, Kramatorsk è finita nel mirino dei missili russi, che nelle ore notturne sono piovuti sulle case dei civili portandosi via la vita di otto persone, almeno.
Così dicono i soccorritori, mentre si continua a scavare tra le macerie:
Alle 07 del 28 giugno, sono 8 i corpi estratti da sotto le macerie dell’edificio del bar distrutto (tra cui 3 bambini, due nati nel 2008 e nel 2011), mentre 56 persone sono rimaste ferite (tra cui 1 bambino nato nel 2022).
Russia, Navalny punta il dito contro Putin: “Lui è la minaccia più grande per la Russia”
Dopo il suo processo a porte chiuse, che ha confermato la sua permanenza in carcere, Alexei Navalny torna a parlate del Presidente Putin e della sua eredità nel Paese. Un’eredità negativa, secondo Navalny. Il dissidente crede infatti che il capo del Cremlino e il suo regime siano la più grande minaccia per la Russia, che si concretizza anche nello spettro di una guerra civile.
Non c’è minaccia più grande per la Russia del regime di Vladimir Putin. È così pericoloso per il Paese che anche il suo collasso inevitabile costituisce una minaccia di guerra civile.
Ha detto l’attivista via Twitter, tuonando contro il leader del suo Paese.
Inoltre, secondo Navalny, le responsabilità della guerra e delle difficoltà russe dovrebbero essere del tutto addossate all’attuale Governo: non sarebbe dunque stato «né l’Occidente né l’opposizione ad aver abbattuto gli elicotteri russi sopra la Russia», così come non è stata la Fbk, l’organizzazione che fa capo a Navalny, a condurre la Nazione «sull’orlo della guerra civile», ma Putin «ad averlo fatto personalmente».