Pensioni anticipate con uscita 5 anni prima rispetto alla vecchiaia o all’anzianità contributiva, il governo ha aumentato le risorse per il 2023 ma le aziende interessate a presentare domanda dovranno agire rapidamente. Le nuove coperture sui contratti di espansione, che ammontano a 20 milioni di euro, sono state stanziate in sede di conversione in legge del decreto “Lavoro” (DL 48 del 2023), sul quale, nella serata di ieri 27 giugno, si è tenuto il voto di fiducia.
Le risorse arrivano dopo due importanti passaggi che si sono verificati nei mesi scorsi: il primo è l’aumento delle finestre di uscita a tre annuali per utilizzare lo strumento dello scivolo pensionistico, con l’aggiunta delle date di uscita a fine novembre nel caso in cui dovessero residuare delle risorse per l’anno in corso; il secondo è il termine delle risorse per gli esodi del contratto di espansione già oltre due settimane fa, nonostante l’aumento delle finestre di uscita e la possibilità, per le imprese, di ricorrere a questa formula di pensione anticipata anche concludendo i contratti di espansione che non avessero trovato chiusura durante lo scorso anno.
Pensioni anticipate con uscita 5 anni prima, aggiunti nuovi fondi: presentazione domanda
Arrivano nuove risorse dal governo per le pensioni con uscita 5 anni prima rientranti nello scivolo previdenziale del contratto di espansione. In sede di conversione in legge del decreto “Lavoro”, il governo ha stanziato 20 milioni di euro per coprire i piani di uscita che si estendano fino all’anno 2026. Tuttavia, le imprese che volessero aderire alla possibilità di mandare prima in pensione i propri dipendenti che si trovino a non più di 60 mesi dalla pensione di vecchiaia o all’anzianità contributiva (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne), dovranno agire rapidamente, proprio perché – come già constatato con le risorse stanziate precedentemente – i soldi non bastano per tutti. Inoltre bisogna tener conto anche degli stretti termini di scadenza delle domande.
Proprio all’inizio di questo mese, il ministero del Lavoro – sede dove si arriva a concludere il contratto di espansione presentando il piano di ristrutturazione e di riorganizzazione del personale alla presenza dei sindacati – aveva comunicato il termine delle risorse per quest’anno. L’unica possibilità di attivare i contratti di espansione per il personale dipendente era rappresentata dal canale alternativo per i lavoratori che fossero a più di 60 mesi dalla pensione di vecchiaia o di anzianità contributiva, ovvero il part time. Per questo motivo, a partire dallo scorso 8 giugno, l’adesione delle imprese al contratto di espansione riguardava la sola riduzione oraria, con possibilità di taglio del 30 per cento dell’orario di lavoro su base giornaliera, settimanale o mensile. L’accordo tra impresa e lavoratore potrebbe portare, seguendo questo canale di flessibilità lavorativa, anche alla riduzione del 100% dell’orario di lavoro.
Pensioni anticipate con uscita 5 anni prima, le date esodo 2023
L’esaurimento delle risorse per i contratti di espansione delle imprese e il prepensionamento dei propri dipendenti con lo scivolo volontario, non blocca le procedure di adesione allo strumento. Le aziende, infatti, possono concludere – anche in via prospettica – accordi di esodo del personale in situazioni di esaurimento dei fondi, al fine di procedere al prepensionamento nel caso in cui dovessero aprirsi nuove finestre di uscita. Il testo sul quale è arrivato il via libera da parte del Senato nella giornata di ieri, va proprio in questa direzione, ovvero incrementa di 20 milioni di euro le risorse che le imprese avranno a disposizione per questo canale di pensione anticipata sugli accordi che saranno sottoscritti entro la fine del 2023.
Scivolo pensionistico, ecco le scadenza 2023
Per le aziende che avevano già presentato domanda, salvo poi vedersela respingere dal ministero del Lavoro per l’esaurimento delle risorse, è possibile inoltrare una nuova istanza per la convocazione utile all’accordo sullo scivolo pensionistico alla presenza dei sindacati. È necessario far riferimento alla data del 30 novembre 2023 come ultimo giorno utile per la risoluzione dei rapporti di lavoro dei dipendenti che abbiano accettato – in via volontaria – di aderire all’esodo previdenziale.
Tuttavia, come chiarito dall’Inps nel messaggio numero 2419 del 2021, le imprese che volessero aderire allo scivolo pensionistico hanno l’onere di presentare domanda entro i 90 giorni precedenti la decorrenza della prestazione previdenziale a favore del primo lavoratore coinvolto nei piani di uscita. In considerazione di questa scadenza, è utile per le imprese muoversi il più rapidamente possibile per rientrare nella ristretta forbice dei termini.