Emissioni Titoli di Stato terzo trimestre 2023: il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha pubblicato all’interno del proprio sito web ufficiale il nuovo programma trimestrale relativo alle nuove emissioni e alle riaperture dei Titoli di Stato già in circolazione per quanto riguarda il terzo trimestre dell’anno in corso.

Il Dipartimento del Tesoro del MEF, in particolare, ha comunicato degli aggiornamenti in merito alle seguenti tematiche:

  • l’attività di emissione del debito pubblico;
  • il quadro macroeconomico;
  • la finanza pubblica.

Senza perderci troppo in chiacchiere, quindi, andiamo subito a vedere insieme tutto ciò che riguarda il programma trimestrale delle emissioni dei Titoli di Stato relativi al periodo compreso tra il 1° luglio 2023 e il 31 settembre 2023.

Emissioni Titoli di Stato terzo trimestre 2023: ecco quali sono i nuovi buoni che saranno collocati nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 31 settembre

Con la pubblicazione online del programma trimestrale relativo alle emissioni del terzo trimestre 2023, il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato l’emissione di 4 nuove tipologie di Titoli di Stato.

A tal proposito, ecco qui di seguito quali sono questi titoli con le relative date di scadenza:

  • BTP Short Term – in scadenza il 29 settembre 2025;
  • BTP 3 anni – in scadenza il 15 settembre 2026;
  • BTP 7 anni – in scadenza il 15 novembre 2030;
  • BTP 10 anni – in scadenza il 1° marzo 2034.

Il MEF ha pubblicato anche l’ammontare minimo di questi titoli, ovvero il valore del circolante prima del quale tali buoni non possono essere sostituiti da una nuova emissione prima della loro naturale scadenza. Nello specifico:

  • l’ammontare minimo dei BTP Short Term in scadenza il 29 settembre 2025 è pari a 9 miliardi di euro;
  • l’ammontare minimo dei BTP 3 anni in scadenza il 15 settembre 2026 è pari a 9 miliardi di euro;
  • l’ammontare minimo dei BTP 7 anni in scadenza il 15 novembre 2030 è pari a 10 miliardi di euro;
  • l’ammontare minimo dei BTP 10 anni in scadenza il 1° marzo 2034 è pari a 10 miliardi di euro.

Ad ogni modo, tenendo in considerazione quello che è l’andamento dei mercati finanziari, il Dipartimento del Tesoro ha la possibilità di emettere anche altri Titoli di Stato durante il corso del terzo trimestre 2023.

Emissioni Titoli di Stato terzo trimestre 2023: le riaperture dei buoni già in circolazione

Oltre ai nuovi Titoli di Stato che il MEF emetterà durante il corso del terzo trimestre 2023, sono previste anche le seguenti riaperture di buoni che sono già in circolazione, ovvero:

  • il BTP con data di godimento 24 febbraio 2023 – 28 marzo 2025 e cedola pari al 3,40%;
  • il BTP con data di godimento 1° giugno 2023 – 1° agosto 2028 e cedola pari al 3,80%;
  • il BTP con data di godimento 17 aprile 2023 – 15 giugno 2030 e cedola pari al 3,70%;
  • il BTP con data di godimento 2 maggio 2023 – 1° novembre 2033 e cedola pari al 4,35%;

Il quadro macroeconomico

All’interno del programma di emissione trimestrale, relativo al periodo compreso tra il mese di luglio e il mese di settembre 2023, il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha pubblicato anche il quadro maecroeconomico attuale, evidenziando che:

Nel primo trimestre del 2023, in uno scenario caratterizzato dall’elevata dell’inflazione e dall’intonazione restrittiva delle banche centrali, l’economia italiana ha registrato una decisa, e migliore delle attese, crescita del PIL (0,6% t/t dal –0,1% del quarto trimestre 2022), grazie al dinamismo dei servizi e alla ripresa della domanda interna. Le evidenze desumibili dagli indicatori qualitativi più recenti sembrano prefigurare una di perdita di slancio dell’attività nel corso del secondo trimestre, dovuta alla debolezza del settore manifatturiero; d’altro canto, la prosecuzione della fase di rientro dell’inflazione, unitamente alla resilienza del mercato del lavoro e all’impulso fornito dal PNRR costituiscono elementi di sostegno alla crescita del PIL, che nell’anno in corso potrebbe risultare superiore a quella prefigurata nel DEF. Permangono rischi al ribasso, legati all’andamento del commercio mondiale e alla persistenza dell’inflazione, che potrebbe influenzare la durata e la calibrazione dell’orientamento restrittivo di politica monetaria.