E’ ancora polemica a Londra sul piano per i migranti studiato dal Governo, una nuova relazione del ministero dell’Interno rivela che i rimpatri costano più dell’accoglienza. La valutazione economica pubblicata lunedì sera ha rivelato che il Piano Ruanda- questo il nome del programma di trasferimento dei migranti irregolari- costerà circa 169.000 sterline a persona, 60 mila unità in più rispetto a quanto lo Stato dovrebbe spendere per mantenere i migranti sul territorio nazionale. Il rapporto ha generato una vera e propria spaccatura, anche all’interno del partito della maggioranza conservatrice.
Sui rimpatri di migranti a Londra è scontro tra i tories
Migranti, scontro a Londra sui rimpatri. La contrapposizione politica all’interno della maggioranza vede da un lato una delle principali sostenitrici del Piano, la ministra dell’Interno Suella Braverman, e dall’altro Caroline Nokes, presidente della Commissione per le Pari opportunità della Camera dei Comuni. Nokes accusa infatti l’Esecutivo britannico su due punti: la mancanza di tutele nei confronti dei bambini, che non possono in nessun caso essere traferiti, e i costi eccessivi del Piano.
Il rischio di danni ai bambini supera qualsiasi danno percepito all’efficacia dell’agenda politica del Governo. Non solo è molto difficile giustificare l’invio dei richiedenti asilo in Ruanda, quando noi in realtà dovremmo aver messo in piedi un sistema d’asilo migliore, ma anche la questione economica è perfettamente legittima e importante
Le parole di Nokes rischiano di ricadere come un fulmine sulla maggioranza Sunak, che ha inserito la linea dura sull’immigrazione in cima alla agenda programmatica, sotto lo slogan “fermare le barche“.
Piano Ruanda, cos’è il provvedimento di Londra per fermare i migranti
Il riferimento è alle imbarcazioni di fortuna con cui i migranti tentano di attraversare il canale della Manica. I dati parlano di un 2022 da record, con 45 mila persone arrivate in questo modo nel Regno Unito, ma il fenomeno ha visto un’impennata dal 2018 a oggi. In questo periodo temporale sulle coste britanniche sono infatti approdati 85 mila profughi irregolari. Di qui la presentazione del Piano Ruanda. Lanciato nel 2022 da Boris Johnson, prevede un accordo tra Governo britannico e del Paese africano, che ha assunto l’onere di valutare le richieste d’asilo e dare accoglienza sul proprio territorio a quei migranti che avrebbero diritto a restare nel Regno Unito. Un accordo economico e politico che fino ad oggi è rimasto inapplicato a causa di una lunga disputa legale con la Corte europea dei Diritti dell’Uomo, che nel 2022 ha bloccato il primo volo di rimpatrio. Oggi, a causa della contrarietà di una parte del Parlamento, il disegno di legge rischia di essere affossato per sempre.