“Per la prima volta in maniera forte questo governo ha detto quello che pensa davvero sulle droghe. Avevamo intuito quale sarebbe stato il tenore del dibattito: molto ideologico. Dire che le droghe sono tutte uguali ci fa tornare indietro di decenni mentre l’Europa, ma l’Italia stessa, ha fatto passi avanti che oggi sembrano svaniti, almeno nella retorica”. Caterina Pozzi, presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, al Tg Plus di Cusano Italia Tv commenta così il convegno organizzato alla Camera in occasione della Giornata mondiale contro le droghe.
Pozzi: “Dibattito sulle droghe molto ideologico”
Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca) ha deciso di non prendere parte all’evento organizzato dal governo in occasione della Giornata mondiale sulle droghe.
“Per noi un tema molto importante – spiega la presidente Pozzi – è la riduzione del danno attraverso un sistema di servizi integrato, Mantovano ha detto che la riduzione del danno è la gestione del male. Come Cnca stiamo interloquendo con il governo, ci sono tavoli tecnici. Siamo la rete con più comunità terapeutiche residenziali e semi-residenziali quindi siamo contenti che il governo si sia interessato di questi temi. Noi crediamo fortemente in un sistema di servizi che va dalla riduzione del danno, alla prevenzione, alla riduzione dei rischi e anche alla cura ma all’interno di un sistema che vede al centro la persona nelle diverse fasi la vita. Va tutelata la persona nel suo diritto alla salute”.
Prevenzione, sensibilizzazione, contrasto e cura: sono queste le linee principali sulle quali si snoda la lotta alla tossicodipendenza.
“Il tema della cura – dice Pozzi – è sicuramente più strutturato ma la situazione cambia in base alla regione. Sicuramente il tema del finanziamento è un problema. Nella sensibilizzazione e nella prevenzione ci troviamo di fronte a fondi non stabili, interventi spot. A volte abbiamo interi territori in cui non si fa prevenzione nelle scuole, ad esempio. Alcuni progetti iniziano ma dopo due anni finiscono. L’accento sulle giovani generazioni è fondamentale ma prima di andare a parlare di droghe con i ragazzi, chiediamo loro come stanno. Cerchiamo di capire come vivono le loro relazioni, la loro ansia da prestazione. C’è tanto da fare, sappiamo come farlo ma usciamo dal dibattito ideologico perché non serve a nessuno”.