Sospesa perché insultava gli studenti durante gli esami. Verrà sospesa per quattro mesi una professoressa dell’Università del Salento per insulti agli studenti durante gli esami, non solo, la docente – di lingua e letterature latine – portava anche il marito in sede di valutazione. La decisione è arrivata dopo diverse segnalazioni ricevute dal rettore dell’ateneo e naturalmente dopo aver fatto le verifiche che hanno portato a confermare quello che avevano riferito gli esaminati. Così il consiglio di amministrazione dell’università ha deciso di sospendere l’insegnante per quattro mesi. Il provvedimento è arrivato dopo la richiesta della commissione di disciplina. La professoressa non potrà esercitare la sua professione a partire dal prossimo 1 luglio e per i successivi 4 mesi. Tutto è partito dopo le diverse segnalazioni fatte dagli esaminandi, che esausti per il comportamento irrispettoso della donna, hanno scritto una lettera al responsabile dell’ateneo, il rettore Pollice, ma anche al ministero dell’Università. Gli episodi erano talmente ripetuti che gli studenti della facoltà in cui insegna la professoressa, ora sospesa, per essere sicuri che le segnalazioni fossero incisive hanno scritto anche alla minsitra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini .
Insultava gli studenti durante gli esami, sospesa professoressa dell’Università del Salento
Nelle lettere inviate sia all’università che al ministero, gli studenti avevano riferito di alcuni comportamenti irrispettosi e palesemente provocatori assunti dalla professoressa in questione tanto da spingere anche qualche studente a dover far ricorso a sedute di psicoterapia per superare il trauma, ha riferito qualcuno di loro. E proprio alla luce luce di questi atteggiamenti hanno chiesto che venissero fatte delle verifiche affinché i responsabili si accorgessero di cosa stesse accadendo nell’ateneo. Secondo quanto riferito dai testimoni, la donna avrebbe avuto nei confronti degli studenti universitari dei veri e propri atteggiamenti che rasentavano il bullismo, a livelli tali da costringere alcuni dei frequentanti la facoltà, ad intraprendere appunto cure psicoterapiche . Alcuni dei ragazzi hanno proprio riferito che in diverse occasioni, durante gli esami: “Fingeva di non sentire le mie risposte”, e ancora un’altra testimonianza ha riportato: “mi ha bocciato dopo un minuto e mezzo di esame perché non ricordavo un verbo”. E poi ancora, si sarebbe macchiata di aver rivolto a chi era sotto esame: “rimproveri come insulti“.
Ad aggravare la situazione della docente il fatto che portasse con se il marito che interrogava i ragazzi senza alcun titolo
Tra l’altro, un elemento aggiuntivo della vicenda, sarebbe anche rappresentato dal fatto che la docente in molte occasioni, durante gli esami, avrebbe portato con se il marito – anche lui ex docente universitario – a cui permetteva anche di effettuare delle domande senza nessun diritto di poterlo fare. Su questo punto anche, il rettore è stato intransigente definendola una situazione inammissibile. Nella lettera scritta proprio per denunciare i fatti, era spiegato proprio che: “A danneggiare la salute mentale di chi sostiene l’esame non è solo il comportamento del docente, già di per sé gravissimo, ma anche la figura del coniuge della titolare”. Il marito della professoressa tra l’altro era anche lui un insegnante dello stesso ateneo ma ormai in pensione. E che quindi non aveva nessun titolo per fare quello che gli veniva invece permesso dalla moglie. Anche lui, a quanto pare, aveva un atteggiamento fuori dalle righe, rivolgeva ai ragazzi parole pesanti e assumeva comportamenti denigratori : “umiliando studenti e studentesse con urla e rimproveri, perfettamente udibili anche all’esterno dell’aula”.
La professoressa ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ha smentito tutte le accuse, ha però confermato la presenza del marito a qualche esame e anche che avrebbe interrogato alcuni studenti ma solo su loro esplicita richiesta, è stato sottolineato.