Per l’Europa contrastare gli effetti, ormai evidenti, di un equilibrio climatico pericolosamente alterato dalle emissioni inquinanti è una sfida tanto vitale, per contrastare i fenomeni atmosferici estremi che si manifestano con frequenza e violenza maggiore rispetto al passato, quanto un’opportunità per ridimensionare intere filiere produttive all’insegna della neutralità climatica.
Bruxelles, attraverso le politiche di sviluppo mirate alla neutralità climatica, stabilite con il Green New Deal, ha tracciato la rotta verso la de-carbonizzazione.
La road-map, necessaria per raggiungere nel 2050 la neutralità climatica, comprende delle tappe fondamentali per raggiungere gli ambiziosi obiettivi imposti dal Green New Deal; fondamentale sarà, entro il 2030, ottenere una riduzione pari al 55% delle emissioni inquinanti.
Per il 2040, affinché possa essere raggiunto l’ambizioso obiettivo della de-carbonizzazione e della conseguente neutralità climatica fissata per il 2050, bisognerà necessariamente aver sviluppato e consolidato tutte le tecnologie in grado di garantire un mix energetico da fonti rinnovabili; in grado di sostituire completamente la dipendenza energetica dalle fonti fossili, come il carbone e il gas.
Dall’accordo di Parigi al Green New Deal, l’Europa riduce le emissioni:
Una tappa fondamentale, cha ha permesso di tracciare una linea comune da seguire per raggiungere l’obiettivo della diminuzione delle emissioni inquinanti, è l’accordo sul clima di Parigi.
Firmato il ventidue aprile del 2016 a Parigi, il trattato internazionale tra gli stati membri della convenzione quadro delle nazioni unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), ha come obiettivo quello di sensibilizzare gli stati membri alla riduzione delle emissioni inquinanti per contrastare l’aumento medio della temperatura globale.
L’accordo di Parigi prevede nello specifico di:
- Mantenere l’aumento della temperatura media mondiale sotto gli 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali.
- Adottare strategie in grado di contrastare l’aumento medio mondiale della temperatura sotto i 2°C.
- Incentivare, con idonee politiche, lo sviluppo eco-sostenibile.
Se con l’accordo di Parigi sono stati imposti dei limiti all’aumento della temperatura media mondiale, con il Green New Deal è stata stabilita una precisa road-map da seguire per ottenere, oltre ai risultati ambiti dall’accordo sul clima di Parigi, anche un completo processo di de-carbonizzazione.
Costruito in conformità a una società equa e prosperosa, con un’economia moderna e competitiva, il Green New Deal permette di definire gli interventi e le strategie utili all’UE per ottenere nel 2050 la neutralità climatica.
Il percorso è ovviamente molto arduo, non basterà soltanto adottare tecniche in grado di garantire un’efficace riduzione delle emissioni inquinanti. In un’era industriale, basata su una forte dipendenza dai combustibili fossili come vettori energetici, bisognerà mettere in campo tutte le tecnologie in grado di sfruttare le fonti energetiche rinnovabili; per sostituire i combustibili fossili.
De-carbonizzazione, un percorso ambizioso ma tortuoso:
Tra accordi sul clima e politiche europee a sostegno degli obiettivi green da raggiungere nel 2050, il vecchio continente percorre il lungo e tortuoso sentiero verso la de-carbonizazione per la neutralità climatica.
Sarà sicuramente un percorso molto lungo, considerata l’attuale forte dipendenza dai combustibili fossili, dal quale si ha la possibilità di fornire un sostanziale impulso economico e tecnologico al vecchio continente.
Anche a fronte della rapida diffusione delle fonti energetiche rinnovabili, come il fotovoltaico nel settore residenziale che negli ultimi decenni, con il susseguirsi degli incentivi finanziari, ha subito un notevole incremento del numero d’impianti istallati; resta sempre il nodo di definire una fonte energetica rinnovabile alternativa alle fonti fossili in grado di azzerare le emissioni inquinanti, garantendo allo stesso tempo la costanza nella disponibilità.
Nel 2030, secondo la road-map stabilita dal Green New Deal, il Carbone dovrà essere completamente eliminato come fonte energetica.
A meno di sette anni e con una crisi energetica vissuta nel 2022, a causa del conflitto bellico tra Ucraina e Russia, che ha spinto alcuni stati europei a incrementare l’utilizzo di carbone nelle centrali elettriche, per contrastare i forti aumenti dei prezzi del gas; l’obiettivo può sembrare molto arduo da raggiungere.
Nel 2040, per proseguire verso la completa neutralità climatica fissata per il decennio successivo, anche il gas, considerato come il vettore energetico più green in base alle emissioni di Anidrite Carbonica prodotte durante la combustione, dovrà essere completamente eliminato.
Una duplice opportunità:
Essendo l’Europa, un continente con insufficienti risorse petrolifere per soddisfare il proprio fabbisogno, ed essendo molto dipendente da stati esteri per le importazioni di materie prime energetiche; la transizione energetica può essere interpretata come una duplice opportunità sia dal punto di vista energetica che climatica.
Dal punto di vista energetico, considerata l’attuale dipendenza dall’import estero di vettori energetici di natura fossile, la transizione energetica offre all’Europa sia la possibilità di svincolarsi dalle molteplici dipendenze; sia la possibilità di sviluppare nuove tecnologie, in grado di garantire la sicurezza energetica di un gigante economico e industriale come il vecchio continente.
Dal punto di vista climatico, considerata la frequenza e l’entità dei danni superiore degli eventi atmosferici avversi casati dai cambiamenti climatici, l’EU attraverso la neutralità climatica e le opere di riforestazione e geo-ingegneria; per catturare la CO2 prodotta nei decenni passati, può ambire a una concreta azione di mitigazione dei cambiamenti climatici.
Gianni Truini