Alexander Lukashenko commenta la ribellione della compagnia militare privata Wagner, uno spettacolo “doloroso” per il presidente bielorusso. Il leader di Minsk aveva già preavvisato l’esercito del Paese, in stato di massima allerta e pronto ad un eventuale combattimento contro i mercenari.
Anche molti bielorussi li hanno presi a cuore, perché la patria è una. Le rivoluzioni non scoppiano mai se un Paese non ne ha le ragioni.
Quelle tra Wagner e l’esercito di Mosca, sottolinea Lukashenko, sono tensioni “gestite male”, che hanno provocato un inevitabile “scontro” tra le due parti.
La situazione ci è sfuggita di mano, poi abbiamo pensato che si sarebbe risolta, ma non è stato così. Non ci sono eroi in questa storia.
Ribellione Wagner, Lukashenko: “Moriremo tutti se la Russia crollerà”
Il presidente bielorusso, molto vicino a Putin, ha concluso la sua riflessione con un pensiero laconico sul futuro del Paese.
È mia opinione che moriremo tutti se la Russia crollerà e saremo sepolti nelle rovine.
Nel frattempo, emergono novità per quanto riguarda il responsabile della rivolta. Yevgeny Prigozhin è atterrato all’aeroporto militare di Machulishchi, vicino a Minsk, a bordo di un jet privato. Si tratta delle prime notizie sul capo dei mercenari da quando quest’ultimo era stato dichiarato scomparso negli ultimi giorni.
L’arrivo di Prigozhin è stato documentato da Ukrainska Pravda: l’aereo è atterrato alle 6.40, ora locale, da Rostov. Il leader della Wagner si era fatto di nuovo vivo dopo la sua assenza con un lungo audio diffuso su Telegram. Nel messaggio ha spiegato i motivi della sua ribellione: non voleva rovesciare il capo del Cremlino, ma piuttosto impedire la “distruzione” della Wagner.
Dal canto suo, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che il governo russo non è a conoscenza della posizione di Prigozhin, né se sia arrivato o meno in Bielorussia.
Prigozhin è accusato di insurrezione armata. Trattamento diverso per i mercenari: “Hanno interrotto le loro azioni”
Il procedimento ai danni di Prigozhin resta ancora aperto, e le conseguenze per lui sono ancora ignote. La Procura generale lo accusa di insurrezione armata. La Wagner, nel frattempo, ha ripreso “normalmente” la propria attività a San Pietroburgo e in diverse altre città. Sono ricominciate anche le procedure di reclutamento.
Al contrario di Prigozhin, le accuse ai danni dei mercenari sono cadute: le agenzie russe rivelano che la giustizia di Mosca li ha perdonati. I miliziani, infatti, “hanno interrotto le azioni direttamente volte a commettere l’ammutinamento”.
Molti mercenari, intanto, non hanno preso bene la gestione della ribellione orchestrata da Prigozhin. C’è anche chi gli attribuisce la colpa di aver “distrutto la Wagner con le sue stesse mani”. Si tratta soltanto di uno dei commenti apparsi online e analizzati da Bbc Verify. Alcuni membri delle truppe di Wagner e loro parenti si sono infuriati per la decisione di fermare la marcia su Mosca e di ritirarsi dalla città conquistata di Rostov.
C’è chi parla di “un’altra rivolta insensata“, chi di “puro tradimento”. Proprio su Telegram, dove Prigozhin aveva annunciato la propria ‘marcia della giustizia’ contro il regime russo, molti suoi ex alleati si sono rivoltati contro di lui per non essere andato fino in fondo.