Mettere da parte una volta per sempre la maglia numero 88 nel mondo del calcio per rimuovere un simbolo che richiama all’antisemitismo, questa la volontà nella dichiarazione d’intenti sottoscritta oggi al Viminale dai ministri Piantedosi ed Abodi.
Maglia 88 via dal calcio, le parole di Piantedosi
Non è un numero qualunque per chi conosce bene il calcio, la maglia numero 88, da anni al centro di polemiche, spesso è indossata per un fine politico: il numero si avvicina ad un acronimo neonazista “HH” ovvero “Heil Hitler“. Sembra che con la dichiarazione di intenti sottoscritta questa mattina dal Viminale per combattere l’antisemitismo nello sport si stia per mettere la parola fine ad una lunga storia:
“E’ la finalizzazione di un obiettivo che ci siamo posti alcune settimane fa e che al di là del suo evidente valore simbolico, riveste grande concretezza: si tratta della prosecuzione di un percorso virtuoso che abbiamo imboccato, anche su sollecitazione dello stesso mondo dello sport che qualcuno sospettava di resistenza e refrattarietà a certi temi”.
Queste sono le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha spiegato come la dichiarazione, fatta assieme al ministro dello Sport Giovani Andrea Abodi e al coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo Giuseppe Pecoraro e al segretario generale della Figc Marco Brunelli in rappresentanza del presidente Gravina, sia un’azione concreta nel contrasto al razzismo nel calcio italiano.
Cosa dice il documento?
Nel documento è recepita a livello di codice etico la definizione internazionale di antisemitismo e sono disposte una serie di nuove misure oltre al divieto di utilizzare la maglia numero 88, eccone alcune:
- no a simboli neonazisti e antisemiti
- l’interruzione delle partite in presenza di cori discriminatori e altre manifestazioni di razzismo
- l’obbligo di sedere al posto segnato sul biglietto
Il ministro dello Sport Abodi ha definito l’intesa come un modo per passare dalle parole ai fatti:
“Si tratta della tappa di transito di un percorso operativo che vuol superare qualsiasi equivoco sul nostro impegno. I contenuti del documento sono semplici quanto esaustivi, l’obiettivo è quello di una bassa modulazione di parole e di un alto livello di responsabilità nei fatti”