L’Istat ha pubblicato il suo report Noi Italia 2023, analizzando attraverso 100 indicatori il nostro Paese. I dati più significativi riguardano l’età demografica, il rapporto giovani/anziani, i matrimoni e i divorzi, le cifre relative all’istruzione e all’abbandono scolastico, ma anche la sanità. Il risultato? In sintesi l’Italia è sempre più vecchia, con gli anziani che sono quasi il doppio dei giovani.
Noi Italia 2023: vecchia Italia, anziani quasi il doppio dei giovani
L’analisi della situazione demografica dell’Italia del 2022 evidenzia una speranza di vita alla nascita di 80,5 anni per gli uomini e 84,8 per le donne. Questi numeri variano in base alla zona geografica, con un’aspettativa di vita più alta nelle regioni del Centro-Nord, specialmente nella Provincia Autonoma di Trento (81,9 per gli uomini, 86,3 per le donne). La più bassa si registra invece in Campania (78,8 per gli uomini e 83,1 per le donne).
Il decremento della popolazione italiana (-0,3% rispetto alla precedente rilevazione) è dovuto principalmente alla dinamica naturale e colpisce maggiormente il Centro Italia e l’Italia settentrionale. Oltre il 33% della popolazione si concentra in 3 regioni: Lombardia, Lazio e Campania, ma è nel Mezzogiorno che si rileva la maggiore densità di popolazione. L’Italia, inoltre, è caratterizzata da un alto indice di vecchiaia (circa il 25% ha più di 65 anni), che nel gennaio 2022 ha raggiunto quota 187,9 anziani ogni 100 giovani. Per l’Eurostat, lo ricordiamo, l’Italia è il Paese più vecchio d’Europa.
Inoltre, all’inizio del 2022, sono circa 5 milioni i cittadini stranieri residenti in Italia, ovvero l’8,5% del totale dei residenti. Tra questi, il 65,8% possiede un permesso di soggiorno di lungo periodo.
L’Italia è tra i Paesi più popolati dell’Unione europea
Il recente report dell’Istat mostra che l’Italia detiene una posizione di rilievo all’interno dell’Unione Europea in termini di popolazione, con il 13% dei 447 milioni di abitanti dell’UE. Questo dato pone l’Italia subito dopo la Germania e la Francia in termini di importanza demografica.
Matrimoni, divorzi, scuola e disoccupazione: i dati del report Istat Noi Italia 2023
I dati del 2021 rivelano un aumento dei matrimoni celebrati, seppur ancora insufficiente a coprire la perdita registrata nel 2020 a causa della pandemia. Nello stesso anno, le separazioni e i divorzi hanno anch’essi registrato un incremento.
Per quanto riguarda i dati sull’abbandono scolastico, l’Italia presenta un tasso precoce dell’11,5% tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni, con un’incidenza che sale al 15,1% nel Mezzogiorno. La spesa pubblica per l’istruzione in Italia nel 2021 rappresenta il 4,1% del Pil, inferiore alla media UE.
Infine, nel 2022, il tasso di disoccupazione del Mezzogiorno è notevolmente superiore a quello del Centro e del Nord Italia, con percentuali particolarmente elevate in Puglia, Campania e Calabria. Nel frattempo, la povertà relativa coinvolge circa 2,9 milioni di famiglie italiane.
I dati sulla sanità pubblica in Italia
Il rapporto Noi Italia 2023 rivela che la spesa sanitaria pubblica italiana nel 2020 è inferiore rispetto a quella di altri Paesi europei. Nel 2020, la spesa per la sanità pubblica è stata del 6,8% del Pil, inferiore alla media dell’Unione Europea del 7,2%. Questo dato potrebbe suggerire l’esistenza di possibili carenze nella fornitura di servizi sanitari, anche se è importante considerare altri fattori come l’efficienza dei servizi sanitari e la struttura demografica della popolazione.
Naturalmente, il Covid-19 ha avuto un impatto significativo sulla sanità pubblica italiana, come evidenziato dalla forte pressione sui servizi sanitari durante i picchi della pandemia. Tuttavia, l’Italia è riuscita a vaccinare con successo una grande percentuale della sua popolazione, con il 92% dei cittadini adulti che ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid-19 entro la fine del 2022.
Il rapporto tra giovani e anziani in Italia la chiave del report Istat Noi Italia 2023
La tendenza all’invecchiamento della popolazione italiana rimane una delle principali costanti del nostro Paese negli ultimi anni, dovuto prevalentemente al calo delle nascite. L’alto indice di vecchiaia, associato a una bassa natalità e a un incremento nell’aspettativa di vita, rischia di avere ripercussioni significative sulla forza lavoro, sul sistema pensionistico, e sui servizi sanitari.
L’Italia, inoltre, si mostra vulnerabile in termini di disuguaglianze regionali, disoccupazione, e povertà. Le regioni del Mezzogiorno continuano a registrare tassi di disoccupazione e di abbandono scolastico più elevati rispetto al Nord e al Centro del paese.
Di contro, l’Italia ha una delle aspettative di vita più alte in Europa e un crescente numero di cittadini stranieri che contribuiscono alla diversità e alla dinamicità del paese.