Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto esprimere un pensiero e un ricordo accorato per il 43esimo anniversario della strage di Ustica, dove persero la vita 81 persone a causa di un misterioso incidente aereo.

Il Capo dello Stato ha ricordato così quella tragica sera del 1980, ricostruendo brevemente i fatti che portarono alla morte di tutte le persone a bordo dell’aereo di linea precipitato:

La sera del 27 giugno di 43 anni or sono venne scritta una delle pagine più dolorose e buie della nostra recente storia. Un aereo di linea in viaggio da Bologna a Palermo, con 81 persone a bordo, di cui 13 bambini, precipitò nel mare vicino Ustica senza lasciare scampo a nessuno. Fu una tragedia immane. La Repubblica è vicina ai familiari delle vittime ed è partecipe del loro insuperabile dolore. La memoria continua a sollecitare solidarietà e impegno comune.

Mattarella: “Una cappa oscurò i responsabili della strage di Ustica”

Nelle parole del Presidente della Repubblica non può mancare un riferimento alle fumose circostanze in cui avvenne il drammatico incidente aereo che portò alla strage di Ustica:

Quando avvenne la tragedia, una cappa oscurò circostanze e responsabilità. Fu difficile aprire varchi alla verità sulla strage; anche a causa di opacità e ambiguità. L’impegno dei familiari è stato prezioso.

ha detto Mattarella, insistendo poi sull’importanza e l’impegno dei familiari delle vittime, mai arrisi davanti al muro di omertà e ipocrisia alzato attorno alla verità su quella notte del 27 giungo 1980. Poi, il capo dello Stato fa appello al «bisogno di verità e giustizia» che la Nazione ancora sente:

Alla loro tenacia e alla professionalità di donne e uomini delle istituzioni si devono i passi avanti compiuti per smentire l’ipotesi iniziale di un cedimento strutturale del velivolo e ricostruire la dinamica degli eventi. Una completa verità non è stata pienamente raggiunta nelle sedi proprie e questo rappresenta ancora una ferita per la sensibilità dei cittadini.  I risultati ottenuti spingono a non desistere, a ricercare i tasselli mancanti, a superare le contraddizioni e rispondere così al bisogno di verità e giustizia.

27 giugno 1980: il mistero della strage di Ustica

L’aereo Dc 9-15 dell’Itavia era partito da Bologna con due ore di ritardo quel pomeriggio di giugno. Le procedure di atterraggio erano già state attivate, con Palermo che pian piano appariva all’orizzonte in un cielo sereno. Poi, non si sa come, non si sa per colpa di chi, il velivolo esplode, portandosi via la vita di 81 persone.

Da allora molte sono state le ipotesi su ciò che è successo sopra i mari di Ustica. Probabilmente, il volo di linea si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, abbattuto per errore da qualcuno che è sempre rimasto intaccato dalla giustizia e dalla verità.

L’ipotesi più probabile, che nel tempo ha soppiantato sia la possibilità che ci sia stato un cedimento strutturale dell’aereo, sia che all’interno sia esplosa una bomba, è che il Dc 9-15 sia finito nel mezzo di una battaglia aerea in cui non c’entrava nulla. Erano quelli gli anni di violenta tensione internazionale e i cieli del Tirreno furono scenario di 81 morti sfortunate, vittime di chissà quale errore di mira.