Cosa cambia per la pensione anticipata? Cosa cambia tra pensione vecchiaia e anticipata? Chi è nato nel 1964 quando andrà in pensione? Nuovi requisiti per la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata verranno introdotti a partire dal 2026, così potrebbe cambiare tutto lo scenario previdenziale italiano.
Ci si auspica che la riforma pensioni porti nuove prospettive pensionistiche. Attualmente, purtroppo, in questa direzione non ci sono novità decisive che permettano di sperare nella possibilità di agganciarsi a un’uscita flessibile anticipata prima dell’introduzione dei nuovi requisiti previsti per il 2026. Analizziamo nel dettaglio le principali caratteristiche previdenziali previste per il 2026.
Pensione anticipata e pensione di vecchiaia: nuovi requisiti dal 2026
Il governo italiano è intenzionato a rimodulare i requisiti previsti per la riforma Fornero. Attualmente, non ci sono grandi novità, e alcuni esponenti delle Organizzazioni sindacali ed Associazioni datoriali si dicono rammaricate per l’assenza di iniziative volte a rimodulare il sistema di previdenza sociale.
Altri, invece, nutrono forti speranze per un cambiamento radicale del sistema pensionistico italiano. Attualmente, a eccezione della misura Quota 103, che scadrà il 31 dicembre 2023, restano in vigore le rigide regole della legge Fornero.
La verità è che tra tre anni potrebbero cambiare i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata e alla pensione di vecchiaia.
Cosa cambia per la pensione anticipata?
II sistema previdenziale italiano si basa su due misure pensionistiche strutturali, dalle quali si ramificano le altre tipologie di formule pensionistiche.
La prima misura è la pensione anticipata ordinaria. Si tratta di un trattamento economico previdenziale che prevede un’uscita dal lavoro, se maturato uno specifico accumulo contributivo. In sostanza, questa formula previdenziale non prevede alcun vincolo anagrafico, ma solo la differenza di contribuzione tra uomini e donne.
Nello specifico, le donne possono andare in pensione con la formula ordinaria con 41 anno e 10 mesi di contributi, e una finestra mobile di 3 mesi.
Gli uomini possono ritirarsi dal lavoro con 42 anni e 10 mesi di contribuzione, e una finestra mobile di tre mesi.
Tuttavia, la legge di Bilancio 2023 ha introdotto la misura Quota 103, che prevede l’uscita anticipata a 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi, insieme ad altre condizioni particolari.
Il vero problema riguarda il requisito contributivo, bloccato fino al 2026 e, successivamente, sarà rimodulato secondo l’aspettativa di vita.
Cosa cambia tra pensione anticipata e di vecchiaia?
La pensione di vecchiaia ordinaria prevede un’uscita dal lavoro a 67 anni di età, a condizione che siano presenti almeno 20 anni di contributi.
La differenza tra la pensione anticipata ordinaria e la pensione di vecchiaia ordinaria ruota sulla presenza di differenti requisiti previsti per l’accesso al trattamento previdenziale. Infatti, nella pensione anticipata ordinaria sono richiesti solo 42 o 41 anni e 10 mesi di contributi.
A partire dal 31 dicembre 2026, entreranno a regime i nuovi requisiti sia per la pensione di vecchiaia che per la pensione anticipata ordinaria.
Infatti, dal 1° gennaio 2027, potrebbe non essere sufficiente soddisfare 67 anni di età e 20 anni di contributi per ritirarsi dal lavoro con la pensione di vecchiaia. E, sicuramente, non saranno sufficienti 42 o 41 anni e 10 mesi di contribuzione per andare in pensione con la formula anticipata ordinaria.
I requisiti per l’accesso alle formule strutturali ordinarie rimarranno congelati fino al 31 dicembre 2026. Successivamente, scatteranno gli aumenti legati all’aspettativa di vita ISTAT.
Chi è nato nel 1964 quando andrà in pensione?
I lavoratori che nati nel 1964, potrebbero trovare più difficoltà nel collocarsi a riposo.
Infatti, nel 2026 i nati nel 1964 che raggiungono 63 anni di età potrebbero dover perfezionare 67 anni e 10 mesi per la pensione di vecchiaia. Tuttavia, non si escludono importanti novità previdenziali introdotte nella riforma pensioni.