Che la maggioranza non se la passi benissimo, in questa calda estate del 2023, è ormai cosa chiara a tutti. Dopo poco meno di un anno dal proprio insediamento, infatti, per il governo sembra essere finita la luna di miele e la tensione comincia a salire, dall’esterno, come dall’interno. Prima il caso del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità su cui sin dalla scorsa legislatura il centrodestra si era detto estremamente contrario. O almeno, così si era posizionata la sua parte più a destra, Fratelli d’Italia e Lega. Eppure, proprio dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, in quota al Carroccio e già ministro per lo sviluppo economico per il governo Draghi, è arrivata nei giorni scorsi un’inaspettata apertura. Il risultato è stata forse la prima vera crisi di questa maggioranza, che d’improvviso, pare aver perso quella parvenza di blocco unico che aveva dato finora, facendo emergere pareri discordanti in merito.
A complicare il quadro ci si è messo poi anche il contesto internazionale: il tentativo di colpo di stato in Russia del comandante della Wagner Evgenij Prigozhin – poi ridotto solo a una marcia di protesta contro il possibile scioglimento dell’armata – ha avuto ripercussioni anche per la premier Giorgia Meloni. Nel tentativo di fare il punto della situazione con gli alleati europei, infatti, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha telefonato ai corrispettivi francese, Emmanuel Macron, tedesco, Olaf Scholz, e britannico, Rishi Sunak. Nessuno squillo pervenuto, invece, pervenuto a Palazzo Chigi. Dalle opposizioni lo smacco è stato letto come una prova della reputazione non eccelsa di cui godrebbe l’esecutivo italiano all’estero, anche tra gli alleati atlantici.
Nonostante le questioni siano molte e non di poco conto, il grattacapo che però sta mettendo maggiormente in difficoltà il governo è la questione legata alla ministra del turismo Daniela Santanché.
Dimissioni Santanché: Verdi e Sinistra chiedono le dimissioni | VIDEO
Il caso più caldo su cui si sta focalizzando l’attenzione dell’opinione pubblica resta dunque quello emerso a seguito dell’inchiesta di Report della settimana scorsa. L’indagine giornalistica avrebbe infatti fatto emergere alcuni presunti illeciti compiuti dalla ministra Santanché nella gestione economica delle aziende di cui è a capo. In particolar modo, alla coproprietaria, tra le altre cose, del Twiga insieme a Flavio Briatore, sarebbero contestati bilanci in rosso, il mancato pagamento del TFR ai suoi dipendenti e il mancato saldo ai fornitori, nonché l’uso non legittimo di soldi pubblici.
Il servizio di Report ha avuto l’effetto di far scattare in piedi tutte le opposizioni, che a gran voce stanno chiedendo da ormai quasi una settimana le dimissioni della ministra. In particolare, ad essersi schierati contro la Santanché sono stati più di tutti forse i parlamentari del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra (AVS). Da loro è infatti partita dopo poche ore dallo scoppio della vicenda una raccolta firme online. Ma il loro impegno è poi proseguito nella giornata di oggi, nella quale hanno organizzato un sit-in all’esterno del Pantheon per protestare contro il Decreto Lavoro. L’occasione è stata dunque perfetta per ribadire la richiesta di dimissioni per la Santanché.
In questo senso si è espresso proprio il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che ai nostri microfoni ha manifestato tutta la sua vicinanza ai lavoratori delle aziende sotto la lente di ingrandimento: “Se questi elementi saranno confermati, è difficile immaginare che ci sia una compatibilità con il ruolo di ministro della Repubblica – incalza l’esponente dell’opposizione, che poi aggiunge: “Siamo in sintonia con la maggioranza del paese reale”.
“È una battaglia politica e culturale che va oltre“, sottolinea Fratoianni, che di fronte alle domande dei cronisti ammette che esiste il rischio che la maggioranza, avendo i numeri per far sì che la Santanché possa superare indenne anche il passaggio in aula, possa risolvere la questione senza gesti eclatanti.
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Proprio su quest’ultimo punto si è espressa anche Vittoria Baldino, vice-capogruppo vicario del Movimento 5 Stelle alla Camera. Secondo la deputata pentastellata: “Se la maggioranza ritiene di difendere la ministra, macchiando così la reputazione del governo, non sarà un governo credibile quando parlerà dei problemi degli italiani”. Parole estremamente chiare, che si sommano a quanto aggiunto dalla stessa Baldino: “Una ministra che, in quanto ministra del turismo, rappresenta le imprese italiane ed è macchiata di quanto è accusata, rappresenta il fallimento del sistema politico italiano”.
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Dimissioni Santanché: la difesa di Forza Italia nelle parole di Barelli e Gasparri | VIDEO
Di tutt’altro avviso, ovviamente, gli esponenti della maggioranza. Dalle fila del centrodestra salgono infatti unanimi parole di difesa nei confronti della ministra che al momento – sottolineano – non è accusata di nulla da un punto di vista giudiziario. Di questo avviso Maurizio Gasparri, secondo cui: “Sostegno a prescindere. Non ci sono dati che possono portare a un giudizio negativo sulla ministra.”. Il senatore di Forza Italia ha poi offerto la sua opinione in merito alla ormai certa convocazione in aula della Santanché: “Se le opposizioni chiederanno alla ministra di venire a riferire è parte della normale dialettica parlamentare“.
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Chiude infine il cerchio il capogruppo alla Camera di Forza Italia Paolo Barelli, che esprime così la posizione del suo partito a riguardo: “Noi siamo garantisti. Non è una trasmissione televisiva che può incidere sulla credibilità di una persona“. La scelta di venire a riferire in aula – argomenta Barelli – sarà della ministra. Ma chiarisce: “Da noi non è stata avanzata nessuna richiesta“.
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