Lo hanno scoperto mentre usava il cellulare, durante la prova scritta di indirizzo della maturità, il ragazzo verrà condannato a ripetere non solo gli esami, ma tutto l’anno scolastico. E’ successo in una scuola abruzzese, a Sulmona nello specifico. Uno dei maturandi del Liceo Umanistico Giovanbattista Vico è stato sorpreso a consultare il suo smartphone durante la prova scritta di indirizzo, la seconda degli esami di maturità. Tutti i ragazzi del quinto anno erano impegnati nella prova scritta specifica per l’indirizzo economico-sociale, il secondo scritto degli esami e lui è stato colto sul fatto mentre consultava e si aiutava con il cellulare. A sorprenderlo è stato un membro della commissione mentre violava le regole previste per queste occasioni. La decisione presa sull’immediatezza dell’episodio, presa su due piedi, è stata quella di annullare l’elaborato che stava preparando il ragazzo.

Studente sorpreso dalla commissione mentre usava il cellulare durante la maturità, verrà bocciato

Così la commissione ha deciso di ritirare il foglio del ragazzo, comunicandogli che sarebbe stato annullato. Questa era stata la decisione iniziale, dopo di che il maturando pensava di dover ripetere la prova annullata. E così sembrava dovessero andare le cose, inizialmente. Cioè che il ragazzo sarebbe stato chiamato a ripetere l’elaborato, da solo, di fronte alla commissione, in un secondo momento. La mattinata quindi era finita così quindi, con il foglio ritirato, la prova annullata e la ‘condanna’ a dover ripetere tutto. Tutto da rifare quindi, invece poi la situazione è peggiorata a quanto pare. Fino a che il caso non è stato segnalato dagli ispettori del Ministero dell’Istruzione. A quel punto sono partite le indagini fino all’apertura di un fascicolo interno dedicato alla vicenda, ma non solo. Sembra peggiorare la situazione del ragazzo colto sul fatto. A quanto pare dovrebbe ripetere l’anno, non solo l’esame di maturità.

Copiare durante un esame di Stato è reato

Insomma la ‘pena’ di dover ripetere l’elaborato, visto come si stanno mettendo le cose, sembrava il male minore. A quanto pare infatti il Ministero avrebbe comunicato che la violazione della norma potrebbe costare al giovane addirittura l’anno scolastico. “Non entro nel merito della vicenda non facendo parte della commissione ma non si è fatto altro che rispettare le regole. Dispiace per il ragazzo ma sul punto non si transige”, ha commentato subito dopo l’episodio la preside del Liceo, Caterina Fantauzzi. Il caso è stato segnalato agli ispettori del Ministero dell’Istruzione perché le regole sono chiare. Il ministero infatti ha reso noto e stabilito che Durante lo svolgimento delle prove scritte dell’esame di Stato, come si legge nella circolare diramata dal Ministero, agli studenti “è fatto divieto di usare dispositivi elettronici quali telefoni cellulari, smartphone, smartwatch e qualsiasi altro strumento in grado di consultare file, inviare fotografie o utilizzare tecnologie come luce infrarossa o ultravioletta”. Fatto sta che il maturando dovrebbe essere punito con la peggiore delle pene, almeno per quanto riguarda il percorso scolastico. Perché episodi del genere a quanto pare rischiano di avere anche strascichi giudiziari.

La legge del 1925

L’esame di maturità è un esame di stato e in questi casi potrebbe essere applicata una legge che risale al 1925. La legge è la 475 del 19 aprile del 1925 in cui viene specificato che copiare ad un esame di stato è reato e il trasgressore è punibile con la reclusione da un minimo di 3 mesi a un massimo di 1 anno. Un reato che potrebbe anche coinvolgere chi ha aiutato il candidato a copiare. Come spiegato proprio nella norma che si estende all’eventuale compagno ‘complice’. In questo caso il ‘compagno’ che ha aiutato a copiare è semplicemente un dispositivo elettronico, difficile che fosse prevista questa opzione da una legge del 1925.