I risultati di “Noi Italia 2023”, la rilevazione condotta annualmente dall’Istat, evidenziano, ancora una volta, i forti squilibri che riguardano l’occupazione femminile in Italia. Nel 2022, nonostante la crescita del tasso di occupazione nella fascia 20-64 anni (+2.1%), il nostro Paese non ha infatti compiuto significativi progressi verso la riduzione dello squilibrio di genere. Solo il 55% delle donne – a fronte del 74.7% degli uomini – risulta in possesso di un’occupazione. I dati rilevati dall’Istat pongono così l’Italia in coda alla classifica europea, dove il nostro Paese precede, in termini di occupazione, solo la Grecia.
Bandecchi (AP): “Dati Istat su occupazione femminile semplicemente inaccettabile”
I nuovi dati Istat sull’occupazione femminile non sono che l’ennesima doccia fredda per il nostro Paese. In tema di parità di genere nel mondo del lavoro, infatti, l’Italia continua ad allontanarsi dalle medie europee. Nonostante la crescita del tasso di occupazione italiano nel 2022 (+2.1% nella fascia 20-64anni), il mercato italiano continua così a essere caratterizzato da fortissimi squilibri.
Oltre alla presenza di storici divari territoriali, infatti, continua a rimanere marcato il divario di genere. Basti pensare che ben venti punti separano il tasso di occupazione femminile da quello maschile. Il gender gap impatta, peraltro, anche sulle nuove generazioni. Nella fascia di età 15-24 anni l’indicatore di disoccupazione è più elevato per le donne che per gli uomini, seppur in lieve miglioramento rispetto agli anni precedenti.
I dati Istat, in definitiva, non fanno che confermare come il tema dell’accesso delle donne al mondo del lavoro in Italia sia ancora fortemente problematico. Anche perché la mancanza di progressi rilevata in tema di riduzione del gender gap non fa certamente ben sperare.
Anche il sindaco di Terni e coordinatore nazionale di Alternativa Popolare Stefano Bandecchi, preso atto di questi dati, ha definito questa situazione semplicemente come «inaccettabile». Secondo Bandecchi, infatti, il tema della parità di genere nel mondo del lavoro è un’assoluta priorità che, come tale, dovrebbe essere trattata con urgenza dal Governo. L’esecutivo, infatti, dovrebbe porre in campo azioni per «equiparare i salari, rendendo accessibile nello stesso modo il lavoro e offrendo a tutti la medesima possibilità di fare carriera e cercare una propria realizzazione professionale».
Secondo Bandecchi la risoluzione di questo squilibrio è un «dovere istituzionale»: il tema infatti è garantire alle donne ciò che spetta loro, sia in termini di diritti che di adeguato trattamento economico e sociale. Nelle parole del sindaco di Terni non manca, poi, una riflessione più ampia. Bandecchi sottolinea infatti come si faccia tanta «propaganda» sui diritti delle donne, quando poi «all’atto pratico nulla è come deve essere». Come può, un Paese che vuole crescere continuare a sopportare tali differenze?