Qualche giorno fa si è diffusa la notizia, riportata da molte testate, che la testata tedesca Bild avrebbe licenziato 200 giornalisti per sostituire le loro posizioni con l’AI.

Questa informazione ha diffuso il panico, soprattutto tra tutti i lavoratori editoriali. Ma le cose stanno davvero così? Quali sono i pericoli reali? Vediamo i dettagli.

Giornalisti sostituiti dall’AI? La Bild risponde alle accuse

Christian Senft, responsabile delle comunicazioni del gruppo Bild, ha dichiarato al Cointelegraph che queste notizie non sono vere e che la redazione non ha intenzione di sostituire i lavoratori con l’intelligenza artificiale.

Senft ha spiegato che la mail oggetto della notizia, non riguarda la riduzione dei giornalisti perché sostituiti dall’AI, ma la riduzione dei canali regionali di giornali, che da 18 diventeranno 12 entro fine 2023. Riguarda inoltre la chiusura di 10 uffici regionali, su 15, e lo spostamento di funzioni e personale a Berlino.

Una riorganizzazione e un riassetto insomma, che porterà inevitabilmente ad un taglio del personale. Ma non per colpa dell’AI.

Senft ha spiegato che i tagli dei posti di lavoro derivanti da questo riassetto organizzativo non hanno nulla a che fare con l’AI.

Scopri se l’AI può essere pericolosa per l’uomo, cliccando qui.

L’AI sempre più utilizzata nel campo giornalistico, ma con quali modalità?

Stiamo adottando un approccio di mentalità aperta all’argomento e attualmente abbiamo molte iniziative in cui stiamo esplorando le aree di applicazione dell’IA per i nostri marchi giornalistici, sia nei processi di produzione editoriale che in relazione all’esperienza del lettore“, ha dichiarato anche il responsabile editoriale di Bild.

Confermando, così, che l’Intelligenza Artificiale viene utilizzata come quello che è, un tool, uno strumento, per agevolare alcuni processi di produzione editoriale. Un supporto, non un sostituto.

Allarme account ChatGPT in vendita sul dark web: scopri i dettagli cliccando qui.

AI e perdita dei posti di lavoro: quanto c’è di vero?

Il rapido sviluppo dell’IA ha sollevato comunque un bel po’ di preoccupazioni per la futura perdita di posti di lavoro, soprattutto nel campo editoriale, digitale e informatico. E

E le dichiarazioni di alcuni personaggi non tranquillizzano certo gli animi.

A maggio, il CEO di IBM Arvind Krishna dichiarò a Bloomberg che nei successivi 5 anni l’azienda avrebbe sostituito 7.800 posti di lavoro con l’AI.

Come se non bastasse il 14 giugno la società di consulenza gestionale McKinsey & Co. ha previsto che l’IA generativa potrebbe automatizzare completamente fino al 50% di tutte le attività lavorative.

Secondo un rapporto della Confederazione tedesca dei Sindacati (DGB), però, non c’è da preoccuparsi, anzi. L’evoluzione dell’AI porterà ad un aumento della produttività attraverso la digitalizzazione e ad un aumento dei lavoratori qualificati.

Le aziende e i dipendenti devono essere coinvolti in questa evoluzione, non contrastandola ma studiandola e inglobandola. Imparando a gestirla.

È evidente che se un posto di lavoro viene eliminato dall’automazione, ma ne vengono creati due nuovi posti con salari più alti, i lavoratori ne beneficiano“, ha affermato Noah Smith, l’autore della newsletter aziendale Noahpinion.

Anche perché i processi di automazione spesso completano, piuttosto che sostituire, il lavoro di un lavoratore.

Insomma le opinioni sul tema sono variegate. Mentre alcuni sottolineano i potenziali vantaggi dell’automazione nel migliorare l’efficienza e la produttività nel campo giornalistico, altri mettono in evidenza la necessità di una visione più ampia, considerando il ruolo che l’IA potrebbe svolgere nella creazione di nuove opportunità lavorative. Solo il tempo potrà dirci la verità.