È successo a Bologna: una prof universitaria è stata minacciata con un biglietto intimidatorio depositato nella buca delle lettere in cui normalmente le vengono recapitate le tesi degli studenti. Il biglietto si trovava in una busta con un allegato del tutto inaspettato e raccapricciante: una zampa di animale insanguinata, forse di una volpe.
La vicenda ha coinvolto Francesca Rescigno, docente associata del dipartimento di Scienze Politiche all’Università di Bologna. La donna aveva recentemente fatto domanda per essere ammessa al ruolo di docente ordinaria, ma ora ha chiesto il trasferimento presso un altro dipartimento.
Prof universitaria minacciata a Bologna: aperte le indagini
Rescigno ha immediatamente denunciato i fatti accaduti alla polizia, che ha aperto un’indagine. Per il momento gli sforzi degli inquirenti si sono concentrati sull’individuazione dei possibili movimenti della minaccia. Due le piste individuate. Secondo la prima ipotesi, la lettera minatoria sarebbe stata consegnata a seguito del concorso a cui la professoressa Rescigno ha partecipato per diventare professoressa ordinaria. Il percorso della docente si è interrotto solo alla prova finale, quando la scelta è ricaduta su un altro professore.
La seconda pista seguita dalla Polizia riguarda invece l’impegno extracurriculare di Rescigno, da anni interessata a temi scomodi come la difesa dei diritti delle persone migranti, delle donne, e degli animali.
La prima ipotesi sarebbe avvallata dal messaggio che Rescigno ha trovato insieme alla busta con la zampa di volpe, che recitava: «Rescigno hai già perso! Ora vattene dal Dipartimento, puoi farti male».
La professoressa ha trovato la busta minatoria all’interno della sua personale buca delle lettere all’ingresso di palazzo Hercolani: si tratta di un luogo conosciuto, secondo quanto raccontato da Rescigno, solo da persone che frequentano abitualmente il dipartimento. Per questo motivo, la ricerca del colpevole si è fossilizzata su personalità interne all’Università che potrebbero avere degli asti contro la professoressa.
Francesca Rescigno denuncia: “Mi sarei aspettata solidarietà dalle istituzioni”
Intervistata da Repubblica, la professoressa Francesca Rescigno ha puntato il dito contro i vertici dell’Università di Bologna, rei, a suo dire, di non averla supportata a dovere in un momento così delicato.
La cosa stupefacente per me è avere avuto una minaccia così grave e non aver ricevuto la protezione dall’istituzione accademica: inutile fare il comitato unico di garanzia o la giornata contro la violenza sulle donne se poi non fai nulla e lasci al suo destino chi subisce certe cose. Si poteva scindere la vicenda concorsuale da quella personale, mi sarei aspettata un atto di solidarietà ufficiale dalle istituzioni, non solo messaggi privati del tipo: che brutta cosa. Ora voglio solo cambiare dipartimento e andare dove forse le mie competenze potranno essere più apprezzate, spero che almeno questo mi sia concesso.
Non bastano dunque i messaggi di solidarietà privati arrivati, tra gli altri dal rettore Giovanni Molari, che ha definito la vicenda «un atto gravissimo e inqualificabile»: Rescigno si augurava una presa di posizione più ferma e pubblica da parte dell’Università. Ora, alla professoressa minacciata non resta che cambiare dipartimento.