Cosa succede se un alunno viene bocciato? Come incide, un’esperienza fallimentare, sulla personalità degli studenti? Oggi, la scuola tende a promuovere di default anche i ragazzi con una condotta gravemente compromessa e scarsi risultati nella didattica: è giusto? Ne abbiamo parlato a Società Anno Zero, su Radio Cusano Campus, con Paola Nicolini, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione all’Università di Macerata. “La bocciatura si lega al tema della valutazione, questione irrisolta della scuola italiana. Per noi che ci occupiamo di processi psicopedagogici è un tema aperto – ha spiegato la Nicolini – negli ultimi anni c’è stata più volte una revisione della valutazione: in termini di voti, di giudizio e portfolio. Il fatto che se ne parli vuol dire che l’argomento non solo è sentito all’interno della scuola, ma nella vita di una persona“.
Cosa succede se un alunno viene bocciato? “Perde motivazione, viene percepita come una forma di vendetta“
La bocciatura è un ostacolo, un intralcio passeggero durante il percorso di studente, una difficoltà da affrontare e superare. Il rischio, invece, è che diventi motivo di vergogna e allontani gli studenti più fragili. Tant’è che molti ragazzi “perdono motivazione. E’ un’esperienza che viene percepita come una forma di vendetta, una punizione della scuola al punto da spingere i più fragili a conseguenze estreme. La valutazione e la bocciatura devono essere interpretati e percepiti in chiave formativa – ha aggiunto la professoressa – in adolescenza, e durante il passaggio all’università, l’identità subisce mutazioni fisiche e psichiche importanti. Quando nasciamo ci danno un nome, dei feedback sul modo di essere, ma in adolescenza il corpo si trasforma: l’identità fisica non corrisponde più a quella di un bambino. E’ un periodo di passaggio dove non si capisce bene chi si vuol essere e quale ruolo si vuole avere, che ha ripercussioni anche sul percorso scolastico. Il cervello degli adolescenti non ha ancora tutte le caratteristiche per potersi autoregolare“.
Come evitare insuccessi a scuola?
L’unico aiuto per ovviare al fallimento è l’orientamento, è importante che sia “serio, supportivo, che permetta loro di superare gli ostacoli. La bocciatura dovrebbe aiutare a comprendere che è necessaria un altro tipo di autoregolazione. Così, il supporto della famiglia che non sempre collabora con la scuola, può ostacolare il processo in atto, soprattutto se subentra per difendere i figli contro la scuola – ha sottolineato Paola Nicolini – non sempre si aiutano i bocciati a comprendere la profondità di certi comportamenti. La scuola, dal canto suo, pensa di non aver aiutato lo studente a crescere, lì c’è un’ammissione di colpa e impotenza“.
Elogio del passato
Gli studenti, oggi, mostrano “una certa fragilità. Alle volte sembra si faccia elogio del passato, ma di fatto se una volta veniva messa una nota quasi non si aveva il coraggio di raccontarla in famiglia, era un’occasione che alimentava una sana frustrazione nei ragazzi, aiutava a mettere in campo caratteristiche di reazione e resilienza. Oggi, invece, i ragazzi rimangono schiacciati da decisioni forti – si è congedata l’esperta – ben venga che la scuola rifletta, con tutti gli strumenti possibili, sul da farsi“.