Christine, moglie di Shahzada Dawood e mamma di Suleman Dawood, torna a parlare dopo la tragedia di cui è stata vittima la sua famiglia, sconvolta dall’esplosione del Titan, e svela un retroscena legato al cubo di Rubik. Il 19enne membro dell’equipaggio coinvolto nella tragedia del sommergibile aveva portato con sé l’oggetto per entrare nel Guinness World Records.
Il giovane era intenzionato a risolvere il rompicapo negli abissi, diventando la prima persona capace di risolvere il cubo di Rubik a una profondità di migliaia di metri. La madre Christine lo ha raccontato durante la prima intervista rilasciata alla Bbc dopo il drammatico evento.
La donna ha rivelato che suo figlio aveva fatto domanda per il Guinness dei primati. Aveva persino convinto il padre Shahzada, facoltoso uomo d’affari britannico, a portare a bordo del Titan una videocamera. In questo modo il giovane avrebbe potuto provare la sua impresa.
Titan, il retroscena del cubo Rubik a bordo: il “sogno” di Suleman infranto dall’esplosione
Suleman Dawood studiava all’Università di Strathclyde, a Glasgow. Era un appassionato del celebre poliedro, elettrizzato dall’idea di superare il record. Tanto che il suo “sogno“, dice la sua mamma, era diventato quello di riuscire a risolvere il puzzle ad una simile profondità. Per accontentarlo la signora Dawood gli aveva dato il permesso di partire con suo papà, prendendo dunque il suo posto.
Da tempo Christine e Shahzada, infatti, coltivavano entrambi il sogno di vedere il relitto del Titanic dal vivo. Sogno che è costato caro ad una famiglia. Ora alla donna rimane la figlia 17enne Alina: le due erano sulla nave di supporto del sottomarino quando hanno appreso l’agghiacciante notizia dell’interruzione delle comunicazioni con il Titan.
In quel momento non ho capito cosa significasse. Ho perso la speranza quando sono trascorse le 96 ore. Poi è arrivata la terribile telefonata della Guardia Costiera che ci avvertiva che i frammenti del Titan si trovavano a meno di 500 metri dalla prua del relitto del Titanic, confermando così la morte dell’equipaggio.
Adesso, Christine e Alina hanno deciso di imparare a completare il cubo di Rubik. Un modo per elaborare il triste lutto e tenere viva la memoria dei loro cari.