Lo psichiatra Paolo Crepet si scaglia contro la Giornata Internazionale contro la droga e lo Stato italiano che, a suo dire, non farebbe abbastanza per contrastare l’abuso e il traffico illecito di sostanze stupefacenti.
Giornata Internazionale contro la droga, Crepet: “Il traffico di droga genera profitti enormi”
Lo psichiatra Paolo Crepet non è tipo da tirarsi indietro quando si tratta di esprimere le proprie opinioni e sono destinate a far discutere non poco le sue ultime dichiarazioni in merito alla Giornata Internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga, prevista per oggi, 26 giugno.
Il sociologo e psichiatra dichiara in un’intervista all’agenzia di stampa AGI, senza mezzi termini, che la giornata in questione “fa ridere”, definendola ipocrita.
“La giornata di oggi contro il consumo delle droghe è una grande ipocrisia. Tutti sappiamo che esiste il fenomeno e dove si svolge, ma una volta all’anno facciano finta di dire: ‘Aiuto, esiste'”.
Poi arriva l’affondo, durissimo, nei confronti dello Stato italiano.
Crepet ritiene che siano ben noti i punti di spaccio delle città italiane e si chiede, in maniera retorica, perché non si intervenga per provare a porre un freno a questo preoccupante e drammatico fenomeno. Lo psichiatra offre, allora, un’inquietante risposta, sottolineando come gli affari generati dal mercato degli stupefacenti facciano comodo alle casse della nazione, da qui la decisione di non intervenire da parte dello Stato.
“C’è una convivenza palese con il fenomeno da parte dello Stato italiano con la droga perché il mercato è enorme, genera profitti enormi e i profitti enormi delle mafie vengono ben investiti, basta qualche attività ‘lavatrice’ per ripulire. Non conviene combattere questo mercato, metti in crisi la nazione. Credo ci sia un livello di omertà palese, che prende in giro le nostre coscienze”.
Crepet e la Giornata Internazionale contro la droga, l’opposizione alla legalizzazione della cannabis: “Così diciamo ai ragazzi: ‘Fatevi una canna’”
Questo clima di generale ‘lassismo’ e complicità più o meno volontaria, dello Stato nei confronti del traffico di stupefacenti, trova, per Paolo Crepet, una perfetta sintesi nelle battaglie odierne per la legalizzazione della cannabis e, più in generale, delle droghe leggere.
Nonostante l’attesa di una stretta da parte del governo Meloni sulla cosiddetta ‘cannabis light’, Crepet attacca coloro che stanno spingendo, negli ultimi mesi, per un processo di legalizzazione della marijuana, che giudica “terribile” sotto un punto di vista educativo nei confronti dei più giovani.
“Ciò che diciamo così ai ragazzi è: ‘Fatevi una canna’ […] Mi diranno che queste sono le dichiarazioni di un ‘vecchio boomer’, ma il problema è capire qual è l’effetto che noi vogliamo. So che effetti ha avuto il proibizionismo, ma so anche che effetti ha avuto la mancanza totale di regole. La marijuana ha un effetto cognitivo. Vogliamo che le giovani generazioni non abbiano memoria?”
Crepet e le nuove droghe sintetiche prodotte in conseguenza della guerra in Ucraina: “Sono quelle che servono per riuscire a sparare a un bambino”
Un ruolo preoccupante per il consumo e la diffusione di sostanze stupefacenti lo sta giocando anche la guerra in Ucraina.
Il conflitto ha portato alla produzione di nuovi tipi di anfetamine, fabbricati in Siria. Sostanze psicoattive, commenta il sociologo e psichiatra, che, purtroppo, conoscono un’escalation della loro diffusione proprio in concomitanza con i conflitti bellici.
“Come avvenne con le due guerre mondiali, oggi vengono prodotti nuovi tipi di anfetamine fabbricate in Siria e di passaggio anche nei porti italiani, come tutti sanno. In parte le consumiamo noi occidentali, in parte vanno in Ucraina. Sono droghe di sintesi a base di derivati di anfetamine e danno euforia, tolgono la coscienza, la capacità morale e il ritegno. Quello che serve, purtroppo, per sparare a un bambino”.
Giornata Internazionale contro la droga, il Rapporto Mondiale sulle Droghe 2023 presenta un mercato in aumento e più preoccupante
Mentre nel mondo si affacciano nuove forme di dipendenza, come quella da videogiochi e social network, il World Drug Report 2023, l’annuale Rapporto Mondiale sulle Droghe riferito all’anno in corso 2023, presenta un quadro decisamente preoccupante in merito all’abuso e al traffico di sostanze stupefacenti.
Stando al rapporto, risultano in aumento le stime sui soggetti che si iniettano droghe nell’organismo. A questo proposito, il report denuncia anche l’insufficienza dei servizi d’intervento.
Mette, poi, in guardia anche dalla trasformazione dei mercati della droga in conseguenza della sempre più marcata diffusione di droghe sintetiche, per poi soffermarsi anche sull’impatto devastante che la produzione e il traffico di stupefacenti ha nell’area dell’Amazzonia, sia dal punto di vista ambientale, sia per quanto riguarda la diffusione della criminalità in quell’area.
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