Il weekend è stato caratterizzato dagli avvenimenti di Russia dove, in poche ore, si è passati dalla prospettiva di un potenziale colpo di stato ad un nulla di fatto che però ci restituisce un quadro di incertezza. Cosa ne sarà del gruppo Wagner? Yevgeny Prigozhin, al momento sparito dai radar, verrà giustiziato oppure no? Ma soprattutto: questo passaggio ha indebolito o potenziato l’immagine di Vladimir Putin? Analisti e commentatori si stanno affrettando, in queste ore, a fornire visioni ed interpretazioni. Ma, probabilmente, è uno di quei casi in cui le domande sono più numerose delle risposte. E quindi, sarà il tempo a sciogliere tutti i dubbi del caso.

Tajani: “Russia non è esce rafforzata”

Ma i leader di Stato devono fare quel che è meglio per i paesi che rappresentano. E, attraverso la comunicazione, devono cercare di migliorare l’immagine del quadro intaccando quella della Russia. Ecco perché stanno prendendo parola, molti di loro, ai microfoni dei cronisti apposti fuori l’edificio dove si terrà oggi, a Lussemburgo, un Consiglio Europeo. Antonio Tajani, Vicepremier italiano e Ministro degli Esteri, ha detto: “Certamente l’assenza di Wagner non rafforza l’armata russa, vedremo che cosa succederà”. Circa l’impatto della crisi interna russa sulla controffensiva ucraina, quindi, ha detto:

Ne parleremo oggi tra i ministri degli Esteri, anche con Kuleba che si collegherà. Rimane fermo il nostro sostegno all’Ucraina. Ripeto: noi difendiamo l’indipendenza dell’Ucraina, non siamo in guerra con la Russia.

In conclusione:

Stiamo seguendo l’evolversi della situazione, non tocca a noi interferire nella situazione interna russa.

Le altre voci

Sono intervenuti in molti, dicevamo, sulla vicenda. Lo sforzo collettivo dei paesi membri è chiaro: cercare di logorare l’immagine della Russia e di Putin, approfittando della tentata rivolta del gruppo Wagner, agli occhi del mondo. Elina Valtolen, Ministra degli Esteri della Finlandia, ha detto al suo arrivo al Consiglio Ue Esteri a Lussemburgo:

È ancora troppo presto per dire dove porterà” il tentativo di colpo di Stato intrapreso e poi interrotto dal gruppo Wagner nel weekend, ma è ovvio che quanto accaduto nel fine settimana continuerà ad avere effetti su come Putin viene visto all’interno del Paese e anche sulla reputazione esterna della Russia. Voglio sottolineare che si è trattato di un evento interno e noi stiamo solo osservando quanto sta succedendo.

Jose Manuel Albares, Ministro degli Esteri spagnolo, ha invece dichiarato:

Quello che hanno dimostrato i fatti dello scorso fine settimana è che all’interno della Russia esistono divisioni profonde, ma ancora bisogna essere molto cauti e prudenti su come evolverà la situazione. Continueremo ad analizzare e monitorare la situazione con i nostri alleati europei e della Nato.

Tornando a paesi più vicini alla Russia, quindi evidentemente più coinvolti, queste sono le parole del Ministro degli Esteri della Lituania:

Gli ultimi giorni dovrebbero insegnarci che non dobbiamo pensare di cambiare il regime in Russia: i russi sono assolutamente in grado di farlo da soli. Quello che dobbiamo fare è non lasciarci distrarre da questi eventi che potrebbero ripetersi in futuro. Ma tutto ciò che dobbiamo fare – ha detto Gabrielius Landsbergis – è rimanere concentrati sull’Ucraina e raddoppiare la nostra assistenza all’Ucraina, soprattutto quando si tratta di sostenere finanziariamente le loro attività militari o di fornire le attrezzature di cui hanno bisogno per essere ancora più forti sul campo di battaglia o anche rispetto all’adesione all’Ue e alla Nato.

Per la NATO è un errore strategico di Putin

A proposito di NATO, non poteva mancare il commento di Jens Stoltenberg. Il Segretario generale dell’organizzazione ha detto:

Stiamo monitorando la situazione in Russia. Gli eventi dello scorso fine settimana sono un fatto interno, ma rappresentano la dimostrazione del grande errore strategico commesso dal presidente Putin con la sua annessione illegale della Crimea e la guerra contro Ucraina. Mentre la Russia continua la sua aggressione, è ancora più importante continuare a sostenere l’Ucraina