Nel caso di dimissioni per giusta causa, ovvero per una serie di comportamenti dell’azienda, i lavoratori hanno diritto comunque ad accedere alla Naspi.
I lavoratori possono recedere dal rapporto di lavoro, anche senza preavviso, nel momento in cui si palesa un comportamento inadeguato o inadempiente da parte del datore di lavoro, tale da non permettere la prosecuzione della prestazione lavorativa. Proprio in questo caso, avvengono quelle chiamate dimissioni per giusta causa.
Spieghiamo, quindi, quando spetta la Naspi e cosa deve fare il dipendente che si dimette per giustificato motivo per non perdere il diritto a beneficiare dell’indennità di disoccupazione.
Dimissioni per giusta causa e Naspi, come fare per non perderla
Ci sono alcuni casi in cui, per una serie di comportamenti del datore di lavoro, i dipendenti possono presentare le dimissioni per giusta causa. Naturalmente, ci sono casi ben definiti in cui ricorre la giusta causa.
Pensiamo, per esempio, al mancato oppure ai continui e lunghi ritardi nel pagamento della retribuzione oppure all’omesso versamento dei contributi. La giusta causa ricorre anche quando il datore di lavoro assume comportamenti poco consoni, ingiuriosi, gerarchici oppure quando il lavoratore dipendente è vittima di molestie sessuali perpetrate dal datore di lavoro. Ovviamente, oltre a questi esempi di sono ben altri casi che portano il dipendente a non poter può proseguire, anche solo provvisoriamente, il rapporto di lavoro.
Molte volte, però, il dipendente pensa che dimettendosi per giustificato motivo rischia di non poter beneficiare dell’indennità di disoccupazione. Non bisogna preoccuparsi troppo, in quanto la Naspi spetta nei casi di dimissione per giusta causa, a patto che il dipendente sia in possesso dei seguenti requisiti:
- Disoccupazione;
- 13 settimane di contribuzione durante gli ultimi 4 anni.
Per poter beneficiare dell’ammortizzatore sociale, lo stato di disoccupazione deve permanere per tutto il periodo di fruizione della Naspi.
Come si richiede l’indennità di disoccupazione? Si deve inviare una domanda all’Inps, utilizzando solo i canali telematici. In alternativa, la domanda può essere presentata anche rivolgendosi ad enti di patronati, intermediari oppure utilizzando il servizio di contact center. La domanda deve essere presentata entro il termine di 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Come si presentano le dimissioni per giusta causa
Chiarito che la Naspi spetta anche quando il lavoratore di dimette per giustificato motivo, non ci resta che spiegare come si presentano le dimissioni per giusta causa.
Per essere efficaci, si devono presentare obbligatoriamente online. Le dimissioni possono essere presentate direttamente dal lavoratore oppure rivolgendosi ad un intermediario abilitato, sindacati, enti di patronato, consulenti del lavoro e così via.
In ogni caso, una volta avuto l’accesso, si deve selezionare la voce “Dimissioni volontarie” e compilare il modulo indicando:
- Dati anagrafici;
- Codice fiscale;
- E-mail;
- Codice fiscale, ragione sociale, indirizzo e-mail del datore di lavoro;
- Indirizzo della sede di lavoro;
- Data di inizio del rapporto di lavoro e tipologia contrattuale;
- Data di decorrenza delle dimissioni.
Infine, bisogna indicare che si tratta di dimissioni per giusta causa, andando a selezionare la voce dal menù a tendina.
Il modulo debitamente compilato deve essere inviato all’ITL competente e al datore di lavoro, il quale deve inviare il modello UniLav di cessazione dove dovrà essere indicato l’ultimo giorno di vigenza del contratto di lavoro.
Quanto dura la Naspi
La Naspi è una prestazione di disoccupazione che viene erogata mensilmente, per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni.
Ovviamente, l’erogazione deve rispettare il tetto massimo di 24 mesi. Pertanto, vengono esclusi i periodi di contribuzione in cui il trattamento è stato già erogato.
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