Aiuti straordinari dall’Ue per i lavoratori colpiti dall’alluvione in Emilia-Romagna: lo annuncia la Commissione Europea in una proposta che verrà presentata nelle prossime ore. Lo rivela l’Ansa, che ha visionato in anteprima il documento. Gli agricoltori potranno beneficiare di 60,5 milioni di euro, inclusi nel pacchetto da 330 milioni di euro rivolto agli Stati membri dell’Unione Europea.
In questo stanziamento rivolto all’Eurozona l’Italia è seconda soltanto alla Spagna, che potrà usufruire di circa 81 milioni di euro. I fondi, secondo quanto riporta l’Agenzia, potranno triplicare con contributo nazionale. La proposta sarà presentata nelle prossime ore al Comitato sull’organizzazione comune dei mercati.
Aiuti straordinari dall’Ue per l’Emilia-Romagna, lo stanziamento proviene dalla riserva di crisi Pac
L’Unione Europea, dunque, soddisfa le richieste fatte da Roma, Parigi, Madrid e Lisbona, in rappresentanza dei Paesi più interessati da calamità naturali. La Spagna, in particolare, è stata messa in ginocchio dalla siccità che ha colpito la Penisola iberica.
Per questo gli Stati membri hanno chiesto di avvalersi della riserva di crisi nell’ambito della Pac, la politica agricola comune. La Pac 2023-2027, nel dettaglio, comprende una riserva finanziaria pari ad almeno 450 milioni di euro all’anno. Nel 2023 l’Ue ha già attinto alla riserva per poco più di 200 milioni. L’esecutivo europeo vuole così distribuire i rimanenti 250 milioni tra i 22 Stati, a seconda delle necessità, con l’aggiunta di ulteriori 80 miloni, recuperati nei margini del bilancio Ue.
Questi aiuti andranno a fornire un sostegno concreto agli agricoltori dell’Emilia-Romagna: una parte significativa di questa assistenza finanziaria permetterà al settore agricolo italiano di superare il suo momento difficile. Secondo una stima di Coldiretti, risalente agli scorsi mesi, almeno 400 milioni di chili di grano sono andati persi.
Consistente, sottolinea l’associazione di categoria, anche la produzione rovinata di mais, orzo, girasole, soia e erba medica. A serio rischio erano finite oltre 5mila aziende agricole, con un giro di affari che ammonta a circa 1,5 miliardi di euro all’anno.