Assente 20 anni su 24 di servizio come prof di storia e filosofia in una scuola secondaria di Chioggia (Ve). E nei soli 4 mesi di fila in cui si era dedicata alla classe, ha provocato lamentele degli studenti per la sua ‘impreparazione‘ e ‘casualità‘ nel dare i voti.” La Cassazione ha infine deciso che ci sono gli estremi per sospenderla permanentemente dal servizio.
Sospesa la docente assente per 20 anni: “Non aveva neanche i libri, li chiedeva agli studenti”
Una docente di storia e filosofia, che ha trascorso la maggior parte della sua carriera assente dal lavoro, è stata destituita dopo un‘ispezione ministeriale che ha evidenziato gravi carenze nel suo modo di insegnare. La Cassazione ha confermato la decisione del Ministero dell’Istruzione, respingendo il ricorso della professoressa e bollandola come “inettitudine permanente e assoluta“.
Inizialmente, la professoressa si era difesa appellandosi alla “libertà di insegnamento”. Tuttavia, secondo la Cassazione, la libertà di insegnamento non può essere intesa come un pretesto per un’insegnante di agire senza criterio. La libertà didattica dovrebbe essere finalizzata a garantire la piena formazione degli studenti e il loro diritto allo studio. Ciò implica che ogni insegnante debba attuare metodi appropriati, organizzare e strutturare le lezioni in modo coerente.
Durante l’ispezione ministeriale, sono emerse numerose problematiche riguardanti la docente. Si è notato che era spesso distratta durante le interrogazioni, poiché era intenta a utilizzare il cellulare per inviare messaggi. Inoltre, si è scoperto che aveva utilizzato le foto del libro di testo di un’altra classe per somministrare una verifica. Era anche accusata di non curarsi adeguatamente delle lezioni, dimostrando una scarsa preparazione e non possedendo nemmeno il libro di testo, che prendeva in prestito dagli studenti.
Inoltre, sono state evidenziate gravi imprecisioni nella stesura dei programmi scolastici, con argomenti che non erano mai stati affrontati in classe. L’ispezione ha giudicato negativamente il modo in cui la docente assegnava i voti, evidenziando mancanza di chiarezza e confusione nelle spiegazioni, improvvisazione e mancanza di logica nella sequenza delle lezioni.
La Cassazione ha ritenuto che tutte queste carenze fossero sufficienti per confermare la destituzione della docente. La Corte di Appello di Venezia aveva già stabilito la stessa decisione nel 2021, mentre in primo grado il Tribunale aveva considerato il periodo di ispezione troppo breve per certificare l’inettitudine permanente.