Il caldo sole del giugno romano scalda le persone che sono arrivate questa mattina in Largo Giovanni XXIII per Emanuela Orlandi, a 40 anni dalla sua scomparsa.

Un sit-in per prendere posizione sul ‘Caso Orlandi’

Quaranta anni dopo la scomparsa della giovane Emanuela c’è ancora bisogno di un sit-in per chiedere la verità sul ‘Caso Orlandi’? Sembrerebbe proprio di si. L’appuntamento è per le 10 e dopo i partecipanti si dirigeranno in piazza San Pietro per l’Angelus del Papa previsto per le 12:00.

L’iniziativa è stata voluta dal fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, da sempre in prima linea in questa battaglia di verità. Augurandosi per l’ennesima volta che le promesse fatte dal Vaticano possano finalmente essere esaudite.

“Mi auguro che domenica papa Francesco dica una parola, una parola di speranza, spero che lui voglia prendere una posizione. Lui lo sa che siamo lì, sono state informate le persone a lui vicine e spero dica qualcosa anche come segno di speranza”.

La città di Roma preferisce soprassedere: niente patrocinio

La manifestazione è stata autorizzato dalla segreteria Vaticana e infatti le persone potranno sfilare insieme fino a Piazza San Pietro. Mentre il comune di Roma ha deciso di ritirare il patrocinio all’iniziativa per motivi che lascino sconcertati i partecipanti.

Lo stesso fratello di Emanuela lo riferisce ai nostri microfoni che il comune di Roma all’ultimo momento abbia deciso di “soprassedere in vista del giubileo 2025”.

Il cartellone con il logo del comune infatti arriva da una manifestazione di qualche anno fa, quando era sindaco Alemanno, allora il comune decise di patrocinare l’iniziativa.

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Pietro Orlandi ha parole anche per i ritardi della politica nazionale rispetto alla promessa di una commissione parlamentare che indaghi sul caso Orlandi.

Ai microfoni dei tanti giornalisti presenti il fratello di Emanuela ha continuato nel sottolineare la volontà nel portare avanti questa “battaglia di giustizia e verità”, nonostante un Senato che fatica a prendere una decisione .

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Tanti giovani presenti: “Sto scrivendo una tesi su questa storia”

Tra i tanti giovani presenti all’appuntamento a Castel Sant’Angelo ancche una ragazza che ai nostri microfoni racconta come questa storia l’abbia segnata molto: “Sto preparando una tesi sul caso di Emanuela”. Anche un piccolo gesto servirà a nono calare il sipario su un mistero lungo 40 anni.

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