Sembra che la maggioranza nelle prossime settimane tenterà il rinvio a settembre della discussione in Parlamento sulla ratifica del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Nella conferenza dei capigruppo della Camera di mercoledì 28 giugno, il centrodestra proporrà di posticipare a luglio l’approdo in Aula, previsto per il 30 giugno. La motivazione di tale proposta è che la vigilia altrimenti coinciderebbe con la trasferta di Meloni a Bruxelles, rischiando così di mettere in difficoltà il lavoro della premier. L’Italia è l’unica tra i Paesi europei interessati a non aver ratificato il Mes. La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, giunta in Italia in visita, ha fatto ulteriore pressione sulla necessità che il Mes venga ratificato da tutti i Paesi.
Centrodestra, proposta di far slittare a luglio l’approdo in Aula della ratifica del Mes
Secondo il governo si giungerà a ratificare il Mes, tuttavia il percorso di transizione va gestito in modo attento e al momento i due principali partiti al governo non lo stanno facendo nel modo migliore. Fratelli d’Italia necessita di tempo e di una narrazione valida per inquadrare la ratifica in un contesto differente. Matteo Salvini dichiara invece: “Non ritengo che ci sia bisogno di mettersi in mano a Fondi stranieri e a soggetti stranieri anche perché 600.000 italiani nei giorni scorsi hanno sottoscritto i buoni del Tesoro per più di 18 miliardi di euro“. Salvini, in particolare, punta a una discussione con voto in Parlamento. La maggioranza giovedì 22 ha disertato il voto in Commissione Esteri alla Camera. Il testo della proposta di ratifica, attesa da calendario il 30 giugno, è passato con i voti di Pd e Terzo Polo, astenuti M5s e Alleanza Verdi-Sinistra.
La situazione è diventata più complessa dopo la lettera del capo di gabinetto del Mef, Stefano Varone, proprio relativa alla ratifica del Mes. Nella lettera si legge:
Non si rinvengono nell’accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio legato a suddetta istituzione. Inoltre non si ha notizia che un peggioramento del rischio del Mes sia stato evidenziato da altri soggetti quali le agenzie di rating che hanno invero confermato la più alta valutazione attribuitagli anche dopo la firma degli accordi sulla riforma. Rispetto alle prospettive degli altri Stati membri azionisti del Mes l’attivazione del supporto rappresenterebbe, direttamente, una fonte di remunerazione del capitale versato e, indirettamente, un probabile miglioramento delle condizioni di finanziamento sui mercati.
Il timore di Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, è che se il voto dovesse fallire, non sarebbe possibile ripeterlo prima di sei mesi. Ciò sarebbe un duro colpo per la reputazione internazionale del Paese, i rapporti con l’Europa e le valutazioni da parte delle agenzie di rating. Adolfo Urso, invece, ministro delle Imprese e del made in Italy, nel suo intervento al cinquantaduesimo convegno annuale dei Giovani imprenditori di Confindustria a Rapallo ha dichiarato:
Sin dall’inizio della legislatura la mia policy è quella di rispondere a ogni domanda sulle mie competenze. Per quanto riguarda il Mes, il Governo ha già detto che si rimette alle decisioni del Parlamento, quindi ovviamente seguendo questa indicazione mi rimetto alle decisioni che verranno assunte. […] Sono molto rispettoso delle competenze del Parlamento e delle forze politiche ivi espresse.
Le parole dell’opposizione: Giuseppe Conte ed Elly Schlein
Il presidente del M5s, Giuseppe Conte, parlando al convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria, ha colpito direttamente il centrodestra, dichiarando anche la posizione del suo partito rispetto al Mes:
Il fronte europeo più caldo è quello del Mes. Che hanno fatto i nostri patrioti, le forze di maggioranza ieri alla Camera? Hanno disertato questo fronte, non riescono a prendere una posizione. La nostra posizione invece è molto chiara, io mi sono ritrovato con un paese in piena pandemia e mi sono battuto per non attivarlo.
Conte ha poi spiegato quali sono le ragioni che lo aveva portato, da presidente del Consiglio, a non attivare il Mes: “Io ho sempre sostenuto la sua inadeguatezza non per ragioni ideologiche, ma perché è un accordo intergovernativo e quindi non completamente comunitario. In più ha uno stringente, a tratti giugulatorio, meccanismo di vigilanza finanziaria, al punto tale che ormai si accompagna con esso uno stigma nei mercati finanziari. Se oggi un paese dovesse attivare il Mes correrebbe il rischio di una ricaduta, di un allarme su mercati finanziari”. Conte ha concluso che ora le forze di maggioranza devono assumersi la responsabilità di approvare o meno il Mes, mentre il M5s si asterrà.
la segretaria del Pd, Elly Schlein, anch’essa presente al congresso dei Giovani imprenditori, ha evidenziato la gravità della diserzione da parte della maggioranza dalla votazione sul Mes alla Camera:
Credo che questo sia un tema di credibilità internazionale dell’Italia rispetto agli impegni che sono stati presi. […] Penso che sia stato un passaggio spiacevole e anche grave: non si è mai visto che una maggioranza disertasse una votazione e rimanessero a votare le forze di opposizione.
Ha poi affermato che il suo partito auspica una “celere ratifica di questo trattato”, il che tuttavia “non significa chiederne naturalmente l’attivazione“.