Nella giornata di ieri Alarm Phone ha segnalato che un barcone, con a bordo 50 migranti provenienti dalla Libia, è alla deriva nelle acque internazionali del Mediterraneo centrale. L’Ong lancia l’allarme su Twitter: “Siamo appena stati chiamati. Sono disperati e stanno aspettando i soccorsi. L’acqua sta entrando nella barca. La situazione è critica. Esortiamo tutte le autorità competenti: non lasciateli annegare!“. La causa dovrebbe essere un malfunzionamento al motore, che ha smesso di funzionare. Alarm Phone aggiunge che “il peschereccio Alba Chiara è vicino ma non riusciamo a comunicare direttamente. Abbiamo chiesto alle autorità libiche di rispondere all’SOS ma dicono di essere nel giorno festivo del venerdì“. L’Ong ha prontamente richiesto un rapido salvataggio in un luogo sicuro.

Alarm Phone e OIM lanciano l’allarme di 90 migranti alla deriva

L’OIM (Organizzazione Mondiale per le Migrazioni), agenzia dell’Onu che si occupa dei fenomeni migratori, ha dato l’annuncio di un altro naufragio, sulla rotta tra la Tunisia e Lampedusa. Le persone disperse dovrebbero essere 40, tra le quali si conta almeno un neonato, secondo le informazioni riportate dall’Unhcr. Tuttavia, le dinamiche e i numeri sono ancora da confermare. Il portavoce dell’Oim, Flavio Di Giacomo, ha denunciato l’assenza di mezzi di soccorso sulle rotte del Mediterraneo:

È urgente rafforzare i soccorsi sulla rotta tunisina: i fragili barchini di ferro su cui sono costretti a viaggiare i migranti in fuga dal paese stanno causando quest’anno un inaccettabile numero di morti.

È necessario, ed è stato richiesto da più parti, un intervento rapido per risolvere la precaria e pericolosa condizione dei due barconi, per evitare l’ennesima tragedia del 2023, un anno drammatico sotto questo punto di vista. Solo nei primi tre mesi di quest’anno, infatti, 441 persone hanno perso la vita nella rotta del Mediterraneo centrale, nel tentativo di raggiungere l’Europa. L’Oim ha posto in evidenza il record – in negativo – segnato da questo dato: “È il primo trimestre più mortale mai registrato dal 2017“. Il motivo di questo dato risiede anche nel fatto che la rotta del Mediterraneo centrale, usata dagli ‘scafisti’ per portare i migranti da Libia, Tunisia e Algeria verso Italia e Malta, è considerata dalle Nazioni Unite “la più pericolosa del mondo“. Ma la colpa non è tutta dei trafficanti, come sottolinea anche Chiara Cardoletti, portavoce dell’Unhcr:

È inaccettabile continuare a contare i morti alle porte d’Europa, un meccanismo di soccorso in mare coordinato e condiviso tra Stati è ormai una questione anche di coscienza.