Ergastolo per il responsabile della strage di Samarate: è la richiesta di condanna da parte della procura di Busto Arstizio per Alessandro Maja. Nel maggio 2022 l’imprenditore uccise sua moglie e sua figlia, poi ferì gravemente l’altro figlio.
La richiesta è stata pronunciata oggi, venerdì 23 giugno, in aula dal pubblico ministero Martina Melita. La palla passa ora alla Corte d’Assise del tribunale di Busto Arsizio, chiamata ad esprimersi sul caso. Il verdetto è atteso per il prossimo 21 luglio.
Le vittime sono Stefania Pivetta, 57 anni, e Giulia, 16. Per questa strage, ora, Alessandro rischia l’ergastolo. A incidere saranno sicuramente i futili motivi che hanno scatenato il suo raptus omicida. Il movente, infatti, resta tuttora ignoto. Rispondendo alle domande del gip, Maja aveva spiegato che la moglie “spendeva troppo” e lui non era “d’accordo con il lavoro che faceva”.
Chiesto ergastolo per l’autore della strage di Samarate, il figlio sopravvissuto: “Spero abbia la pena che merita”
In tribunale a Busto Arsizio c’era anche il figlio di Alessandro Maja, Nicolò. Oggi ha 24 anni e in quella tragica mattinata di poco più di un anno fa si è salvato per miracolo, dopo che suo padre ha tentato di ucciderlo. Dopo una serie di interventi chirurgici è riuscito a sopravvivere: è, però, costretto alla sedia a rotelle.
Spero che abbia la pena che merita, ho pensato a mia madre e mia sorella.
Negli occhi, Nicolò Maja ha di sicuro ancora quei tragici momenti. Nel comune di poco più di 16mila anime vicino Varese, dove la famiglia Maja si era trasferita nel 1999 dopo tanti anni a Milano, li conoscevano come una famiglia “invidiabile”.
Abitavano tutti in una villetta di via Torino 32. Serenamente, sembrava. Poi, quella mattina, i vicini di casa sono stati allarmati dalle urla. Hanno trovato Alessandro “per terra, con le ferite che sanguinavano”, il corpo “metà dentro e metà fuori dalla porta di casa”. Parlava così.
Li ho uccisi tutti, bastardi.