Dopo l’annuncio alla BBC, Paul McCartney mette in chiaro alla stampa di tutto il mondo il processo utilizzato per isolare la voce di John Lennon nel singolo che uscirà con il prossimo album dei Beatles: “Niente è stato creato artificialmente o sinteticamente”.

Beatles, Paul McCartney chiarisce con un post su Twitter come è stato creato il brano di John Lennon

Fa discutere molto il brano isolato grazie all’intelligenza artificiale di John Lennon che uscirà con il prossimo disco dei Beatles.

Circa una decina di giorni fa è arrivato l’annuncio alla BBC di Paul McCartney riguardo la capacità della machine learning di separare la voce del frontman scomparso nel 1980 da una vecchia cassetta. Da quel momento la stampa britannica, ma non solo a detta del cantautore, ci ha speculato sopra.

L’informazione ha infatti fatto il giro del web in maniera distorta, facendo trapelare che la voce di Lennon sia stata creata artificialmente.

Ma ancora una volta a fare chiarezza sulla situazione ci ha pensato McCartney tramite un post sul suo profilo Twitter:

Sembra che ci siano molte congetture là fuori. Non posso dire troppo in questo momento ma per essere chiaro, niente è stato creato artificialmente o sinteticamente. È tutto reale e tutti suoniamo qui. Abbiamo ripulito alcune registrazioni esistenti, un processo che va avanti da anni.


Il produttore discografico ha inoltre voluto sottolineare che l’album che uscirà entro il 2023, sarà l’ultimo dell’amato gruppo fondato a Liverpool nel 1960.

L’abbiamo appena finita e la canzone uscirà entro quest’anno.

L’ultimo disco della band britannica

Ancora nessuna news riguardante il titolo del brano con la voce di Lennon, ma è sempre più plausibile l’ipotesi che si tratti di Now and then, la demo casalinga data in regalo a Paul dalla vedova dell’ex membro dei Beatles.

D’altronde non è un caso che il gruppo musicale voglia dare un ultimo saluto con la propria musica, grazie all‘intelligenza artificiale. Solo lo scorso anno, McCartney è riuscito con questo metodo a cantare virtualmente con l’ologramma di John al Festival di Glastonbury:

L’AI è un po’ spaventoso ma è eccitante perché è il futuro.

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