Un business in aumento, che ha quasi raggiunto i 300 milioni di euro nel 2022: per questo Codacons e Associazione utenti dei servizi radiotelevisivi hanno deciso di fare luce sull’influencer marketing, presentando un esposto alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo è quello di accertare eventuali irregolarità sul piano fiscale da parte di chi fa pubblicità a resort, prodotti di lusso e abiti griffati sui social network.

Influencer marketing, l’esposto di Codacons e Associazione URT: “Doveroso indagare sulla legalità”

Il presidente di Codacons, Carlo Rienzi, ha spiegato che non si vuole demonizzare la categoria, seppur una verifica sul fenomeno sia doverosa, considerando i numeri raggiunti. Il settore infatti è in crescita e gli influencer coinvolti, piccoli e grandi, sono circa 350mila: ormai è sempre di più un sistema di produzione di servizi che costituisce un vero e proprio business.

Un’attività come quella esercitata da personaggi famosi è tale da ingenerare un notevole flusso finanziario diretto ed indiretto. Molteplici sono le occasioni in cui il postare una foto o un video venga correttamente segnalato da hashtag ed avvisi attestanti che per quell’attività vi è stato un compenso economicamente valutabile

sottolineano le associazioni dei consumatori nell’esposto. Quindi, se l’attività ha prodotto un vantaggio economico, questo deve essere correttamente trattato come tale.

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“Indagini sui patrimoni”

L’esposto pone poi l’attenzione sulla modalità di gestione sui social di immagini di resort e hotel, nonché capi di precisi brand da parte degli influencer. E quindi anche delle modalità con cui hanno provveduto al pagamento dei beni e dei servizi.

L’aver ricevuto in donazione – di qualsiasi forma ed entità –  beni o vantaggi di valore economico o comunque commerciale costituisce prestazione meritevole di accertamento in quanto ipoteticamente collegabile al livello di pubblicità e notorietà offerto dall’influencer al servizio o al bene di consumo.

Infatti, proseguono le due associazioni,

Il rischio che si vuole evitare è che proventi di attività pur non dichiarata commerciale e/o imprenditoriale non vengano correttamente assoggettati a tassazione. Per tali motivi abbiamo chiesto all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di finanza di svolgere un accertamento fiscale al fine di verificare se la ricchezza patrimoniale dei principali influencer italiani possa essere il frutto totale o parziale della concessione di regalie, attività di pubblicità e promozione di location, prodotti e beni di consumo e/o di lusso, e di avviare un accertamento sulla rilevanza di tali operazioni, sulla loro idoneità a costituire reddito e, quindi, sull’incidenza in ordine agli obblighi dichiarativi.

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