Novità nel caso del tragico fatto di cronaca avvenuto a Pomigliano D’Arco, vicino Napoli: i due sedicenni autori del pestaggio del clochard di origini ghanesi sono in stato di fermo. A stabilirlo il giudice per le indagini preliminari del tribunale per i minori di Napoli.

Il gip ha convalidato il fermo emesso nei confronti dei due responsabili delle percosse ai danni del senzatetto. L’episodio è avvenuto durante la notte della scorsa domenica, il 18 giugno. I giovanissimi saranno presto trasferiti nel carcere minorile di Nisida. Nel frattempo, nella serata di ieri, giovedì 22 giugno, si è svolta una manifestazione a Pomigliano D’Arco in memoria del 43enne.

Fiaccole alte nel cielo, che accendevano il silenzio di centinaia di persone: tutti uniti nel ricordo di Frederick Akwasi Adofo, una persona innocente massacrata di botte per futili motivi. Organizzata dai parroci della città, la marcia silenziosa è partita dalla panchina di via Gramsci fino a raggiungere la chiesa di San Francesco.

In stato di fermo gli autori del pestaggio a Pomigliano d’Arco

Ai due ragazzi, i carabinieri di Castello di Cisterna e di Pomigliano d’Arco contestano il reato di omicidio volontario, aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Secondo gli inquirenti l’aggressione sarebbe avvenuta senza alcune ragione: l’uomo è stato picchiato violentemente in via Principe di Piemonte.

Proprio lì, dove si era costruito un giaciglio di fortuna su una panchina, la stessa zona in cui chiedeva l’elemosina. Frederick è morto in ospedale, dopo aver riportato un grave trauma cranico e un’emorragia cerebrale. Secondo alcuni testimoni le gravi ferite sono dovute, oltre alle botte, anche al lancio di pietre nei suoi confronti.

Sulla triste vicenda è intervenuto il vicesindaco di Pomigliano d’Arco Domenico Leone, che era presente alla fiaccolata in onore della vittima.

Non basta la condanna e la consapevolezza del collasso culturale che ci vede di fronte a tre vittime. Bisogna accendere una rivoluzione culturale. Bisogna fare una rivoluzione culturale nelle scuole, nelle istituzioni, ma soprattutto nelle famiglie. Cerchiamo di ritrovare il dialogo.

Gli altri partecipanti alla manifestazione dedicata all’uomo, alcuni immigrati che lo conoscevano, lo hanno ricordato per la sua allegria.

Amava ballare, rideva. E lavorava. Si alzava alle 4 e scaricava la frutta al mercato ortofrutticolo.

Fiaccolata per Frederick Akwasi Adofo, presenti molti cittadini di Pomigliano D’Arco

Nel corteo in onore di Frederick si sono radunati diversi cittadini, qualche centinaio di persone. C’erano anche alcuni residenti della zona di via Principe di Piemonte, dove l’uomo dormiva e dove è avvenuto il brutale pestaggio. Alcuni dei presenti hanno rilasciato delle dichiarazioni.

Siamo tutti uguali nelle nostre vene scorre lo stesso sangue. Frederick era una persona meravigliosa. Si fermava a ballare con i nostri figli. Non chiedeva nulla. Se gli offrivano di utilizzare il bagno, qualsiasi cosa volevamo fare per lui, rifiutava. Non voleva dare fastidio. Chiedeva un panino. E lunedì lo hanno trovato in un cortile dove aveva cercato forse riparo, nascosto dietro una macchina. Nessuno lo ha sentito, forse non ha neanche avuto la forza di urlare.