La Procura di Milano avrebbe aperto un nuovo fascicolo d’inchiesta riguardante l’omicidio di Giulia Tramontano, questa volta per una presunta fuga di notizie. L’obiettivo è capire come sia stato possibile che, alcune informazioni dettagliate sul delitto, siano state riportate dai media senza essere rese note dal procuratore della Reppubblica, come richiesto dalla recente riforma Cartabia. Proseguono, intanto, le indagini. Il 28 giugno prossimo inizieranno le analisi biologiche sulle tracce repertate all’interno dell’abitazione di Alessandro Impagnatiello. Bisognerà capire se abbia avuto eventuali complici (ipotesi finora non riscontrata). Attesi per luglio, invece, i risultati degli esami tossicologici, fondamentali per sapere se gli verrà contestata l’aggravante della premeditazione.

Omicidio Giulia Tramontano, si indaga per fuga di notizie

L’ipotesi è che, dalla Procura, ci sia stata una fuga di notizie. Ecco perché, nelle settimane successive all’omicidio di Giulia Tramontano, avvenuto a Senago, in provincia di Milano, il 27 maggio scorso, i media avrebbero riportato informazioni – anche molto dettagliate – sul delitto. L’inchiesta mira a fare luce su quanto accaduto tenendo conto di quanto previsto dalla nuova riforma Cartabia, che ha rafforzato la presunzione d’innocenza per gli indagati in procedimenti penali, come nel caso di Alessandro Impagnatiello. Bisognerà capire, insomma, se ci siano state violazioni della riservatezza delle indagini e, nel caso, di chi siano le responsabilità.

Si indaga per accertare la presenza di uno o più complici

Il nuovo fascicolo d’inchiesta aperto dalla Procura milanese è autonomo rispetto a quello più strettamente riguardante l’omicidio. Il caso, come hanno ribadito più volte gli inquirenti, può considerarsi praticamente “chiuso”: nei confronti di Impagnatiello, reo confesso, ci sono già abbastanza (e gravi) indizi di colpevolezza, tanto da far parlare della possibilità di un rito immediato. Prima di chiudere le indagini e passare al dibattimento, occorre però chiarire alcuni punti.

Tra i più discussi, quello della presenza di uno o più complici nell’abitazione di Senago, persone che avrebbero potuto aiutare il killer ad aggredire e poi a disfarsi del corpo della compagna, incinta al settimo mese. Un elemento che sarà chiarito dal reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri, che dal prossimo 28 giugno inizierà gli accertamenti biologici sulle tracce repertate sulla scena del crimine nel corso dell’ultima perlustrazione. Dal sangue trovato si isolerà il Dna, che sarà poi confrontato con quello dell’indagato e delle persone a lui vicine.

Per ora l’ipotesi dell’aiuto di terzi non ha trovato riscontri. Procede, nel frattempo, anche l’analisi sui dispositivi elettronici sequestrati a casa della coppia, tra cui manca il telefono cellulare della vittima, mai ritrovato, nonostante Impagnatiello avesse sostenuto di averlo gettato nello stesso tombino di Milano in cui gli inquirenti avevano recuperato i suoi documenti e le sue carte di credito. Resta il dubbio che al suo interno possano nascondersi dettagli importanti.

La dinamica del delitto e gli esami tossicologici

Uno studio specifico dovrà inoltre approfondire l’esatta dinamica del delitto e capire se davvero Giulia, come ipotizzato dal medico legale che ne ha effettuato l’autopsia, sia stata uccisa mentre era di spalle, dopo essere stata accoltellata alla gola (e quindi messa a tacere). Entro i primi di luglio è atteso, invece, l’esito degli esami tossicologici, che dovrà chiarire se Impagnatiello abbia somministrato alla compagna il veleno per topi rinvenuto in delle bustine all’interno del suo zainetto, che lui sostiene di aver usato “sul luogo di lavoro”.

È un dettaglio importante per contestare all’imputato l’aggravante della premeditazione, finora esclusa. Essendogli state riconosciute quelle dei futili motivi e del vincolo sentimentale, Impagnatiello rischia comunque l’ergastolo. Ecco perché, secondo quanto previsto dalla legge, non potrà richiedere di essere processato con rito abbreviato, andando incontro a sconti di pena.