È l’anno zero per Forza Italia. La scomparsa di Silvio Berlusconi, fondatore e Presidente, ha messo il partito nelle condizioni di doversi risistemare anche a livello di organigramma. Il simbolo non sparirà: ne sono certi i big forzisti da Antonio Tajani a Licia Ronzulli passando per Marta Fascina. In queste ore ci si è a lungo interrogati su cosa possa diventare un partito personale nato su impulso e su ispirazione, estetica ed identitaria, di una persona che è deceduta. Ma questo problema non sembra toccare il quartier generale di Forza Italia che è intenzionato ad andare avanti lasciandosi ispirare da ciò che la loro guida politica ha lasciato in eredità in termini di insegnamenti e idee. Ma anche in termini economici, visto che la famiglia Berlusconi vanta ancora un credito di circa 90 milioni di euro nei confronti del partito, credito che succede ora alla famiglia Berlusconi. E non è un caso, forse, che si parla anche della possibile discesa in campo di un famigliare del Cav. Forse, il fratello Paolo.
Andare avanti sulla scia degli insegnamenti del Cav
Ma si va avanti. Nelle scorse ore è stato Antonio Tajani, Vicepresidente del Partito e Vicepremier del governo italiano, ad intervenire per rassicurare l’elettorato di riferimento. Oggi è un altro esponente di governo, riconducibile sempre a Forza Italia: Paolo Zangrillo. Il Ministro per la Funzione Pubblica, in un’intervista al Corriere della Sera, ha detto:
Non dobbiamo ricominciare, perché Forza Italia non si è mai fermata. Dobbiamo confermare la centralità del partito anche senza Berlusconi. Un leader irripetibile, che ha cambiato la politica. Il centrodestra perde il suo leader, ma tiene saldi i suoi valori. La nostra responsabilità è quella di garantirne la proiezione verso il futuro. Dobbiamo seguire gli insegnamenti di Berlusconi, che ha sempre creduto nel merito e messo a valore le tante persone capaci di FI. Dobbiamo introdurre una personalità riconoscibile, di valore, in grado di rappresentarci. Con la guida di Antonio saremo punto di riferimento all’interno del Ppe e dei valori liberali e cattolici del centrodestra.
Sarà Antonio Tajani a gestire questa transizione verso il partito che verrà. Lo ha ribadito Zangrillo. Il Ministro degli Esteri sarà il capo ad interim verso il congresso di Forza Italia che si terrà nel 2024. Nel frattempo, il Ministro Zangrillo ha invitato ad evitare separazioni correntizie:
Le correnti mi paiono espressioni di potere. Contano solo le idee, su cui bisogna confrontarsi per poi fare sintesi. Il futuro di Forza Italia passa dalla capacità di resistere alla tentazione, spesso ricorrente, di far prevalere logiche personalistiche. Questo rappresenterebbe solo l’inizio della fine.
Tornando alla possibilità di un ingresso in politica di un nuovo Berlusconi, il Ministro della Funzione Pubblica ha detto:
È una scelta personale e lo dico partendo dalla mia esperienza. Il mio impegno in politica si è concretizzato solo quando mi sono intimamente sentito pronto. Lo stesso vale per chiunque: una scelta personale che non può essere spinta o forzata.
Nessuna ripercussione nel governo
Da capire anche le possibili ripercussioni, dopo la morte di Silvio Berlusconi, all’interno del governo di cui è parte. All’interno del quale, tra gli altri, figura proprio Paolo Zangrillo. Il quale, ha disinnescato qualsivoglia timore:
Forza Italia è matura e capace di gestire le questioni interne senza che abbiano ricadute sul governo. Questi primi mesi sono stati un esercizio virtuoso che, a dispetto di narrazioni fantasiose, hanno consolidato la capacità degli alleati di stare insieme. A nessuno di noi sfugge la responsabilità di dare risposte ai cittadini. La politica ha bisogno di continuità, dobbiamo compiere ogni sforzo per un governo di legislatura. Quindi insieme, pur con tratti distintivi.