«Stupefacente che, come nel 1912, tanti avvertimenti siano rimasti inascoltati» con queste parole sgomente il famoso regista James Cameron, autore del colossal “Titanic”, ha commentato la tragica fine del sottomarino Titan. La piccola imbarcazione subacquea sarebbe esplosa a causa di un’improvvisa perdita di pressione, uccidendo sul colpo i suoi cinque passeggeri.

Non c’è mai stata speranza di sopravvivenza per l’amministratore delegato della Oceangate, Stockton Rush, il miliardario britannico Hamish Harding, padre e figlio pakistani, Shahzada e Suleman Dawood, e l’esploratore francese Paul-Henri Nargeolet. Al momento dell’implosione, il sottomarino li ha lasciati all’oceano, esattamente come, più di 110 anni fa, fece il Titanic con i suoi passeggeri.

Tragedia sul Titan, James Cameron: “Stupefacente la somiglianza con il Titanic”

Il regista del famosissimo film con Leonardo di Caprio e Kate Winslet che mette a tema la storia del transatlantico affondato nel 1912 commenta la vicenda del sottomarino Titan, riconoscendo tra i due tragici avvenimenti più di una somiglianza.

Mi colpisce la somiglianza con il disastro del Titanic, dove il capitano fu ripetutamente avvertito della presenza di ghiaccio davanti alla sua nave, eppure si lanciò a tutta velocità in una distesa di ghiaccio in una notte senza luna, causando la morte di molte persone. Che una tragedia simile, in cui gli avvertimenti sono rimasti inascoltati, si sia verificata nello stesso identico luogo, con tutte le immersioni in corso in tutto il mondo, credo sia semplicemente stupefacente.

Queste le parole di Cameron alla tv americana ABC News. Durante l’intervista, il cineasta ha anche detto che la scomparsa del Titan aveva causato grande apprensione nel mondo degli escursionisti subacquei, di cui lui fa stabilmente parte. James Cameron fu infatti il primo che, nel 2012, si avventurò nella parte più profonda dell’Oceano con un sommergibile da lui stesso ideato e costruito.

Titan: “La compagnia era stata avvisata dei rischi”

La perdita di contatto con la società Oceangate, le ricerche disperate, l’inizio del countdown per la fine dell’ossigeno a bordo, la speranza per la registrazione di “colpi” da parte dei sonar. Poi il rinvenimento dei detriti e il tragico epilogo: i 5 passeggeri sono morti nell’implosione del Titan, a seguito di un calo di pressione.

James Cameron, da esperto dell’esplorazione nelle profondità del mare, ha detto che non c’è incubo più assillante per chi compie immersioni: la perdita di pressione può arrivare di colpo, senza lasciarti alcuna via di scampo. Questa volta, però, l’esito della missione poteva essere in qualche modo immaginabile:

Molte persone nella comunità erano molto preoccupate per questo sottomarino. Alcuni dei più importanti esponenti della comunità ingegneristica che si occupa di immersione in profondità hanno persino scritto delle lettere alla compagnia, dicendo che quello che stavano facendo era troppo sperimentale per trasportare passeggeri e che doveva essere certificato.

Da qui dunque il parallelo con il Titanic: proprio come nel 1912, le avvisaglie della tragedia erano state ignorate da chi di dovere. Cameron è, tra l’altro, coinvolto in prima persona nei drammatici fatti, in quanto conosceva bene l’esploratore francese Paul-Henri “PH” Nargeolet, che nel Titan ha perso la vita.

È una comunità molto piccola. Conoscevo PH da 25 anni. Che sia morto tragicamente in questo modo è quasi impossibile per me da elaborare.

Ha concluso il regista Holliwoodiano.